BEN PASTOR, LA FOSSA DEI LUPI o come proseguono I Promessi Sposi - Mondadori, pagine 420, euro 20)
Chi ha ucciso l'Innominato? Ben Pastor, nota per i suoi raffinati mystery storici, pone questo mistero al centro di un vero e proprio sequel-omaggio a I Promessi Sposi, ambientato tre anni dopo la fine del romanzo di Manzoni. "La fossa dei lupi", dal luogo dove avviene il delitto eccellente, mostra come siano proseguite le vite di Renzo, Lucia, don Abbondio, Agnese, dei Bravi e della Monaca di Monza, coniugando l'ironia e la leggerezza tipiche di don Lisander con lo stile potente dell'autrice che in 25 anni di attività (il suo primo romanzo edito in Italia fu 'Lumen', del 1999) ha conquistato pubblico e critica.
Di tanti romanzi iconici della letteratura mondiale sono stati proposti seguiti, ma nessun autore si era mai cimentato con un monumento come I Promessi Sposi. "Nei molti anni di felici riletture del capolavoro manzoniano - spiega all'ANSA Ben Pastor - mi sono resa conto di come un autore vissuto a metà '800 risultasse fresco ed attuale. Il dramma personale di Renzo e Lucia, causato dal potere, viene a costare loro molte sofferenze, paure, fino alla fuga e all'emigrazione, passando per un rapimento dai motivi abietti. Succede ancora in molte parti del mondo".
Al contempo, "accortamente Manzoni lanciò diverse esche per il lettore: infatti, se sappiamo come andarono a finire alcuni personaggi, da Fra Cristoforo alla Perpetua, restiamo incuriositi da ciò che non racconta sulle conseguenze ultime, legali e sociali, del pentimento dell'Innominato, o su chi siano davvero gli sbirri che vanno ad arrestare Renzo all'osteria. Il 'vissero felici e contenti' rimane sfumato, e aperto a molte elaborazioni. Da tempo rimuginavo sulla possibilità di abboccare all'amo, suggerendo quale potesse essere l'immediato futuro dei nostri eroi nel rispetto delle regole e del grande umorismo manzoniano".
Il romanzo si apre con la notizia dell'uccisione dell'Innominato, un omicidio che scuote i palazzi del potere e impone indagini ai massimi livelli, affidate a un personaggio già protagonista di un precedente racconto della Pastor, il luogotenente di giustizia italo-spagnolo Diego Antonio Olivares.
"Con La Fossa dei Lupi mi sono anche divertita a creare un intricato caso criminale che coinvolge i personaggi sopravvissuti alla peste. Un'esperienza, quella del contagio apparentemente irrefrenabile, tuttora viva nelle nostre coscienze", sottolinea l'autrice. Durante le indagini di Olivares, tra false piste, attentati, vendette e presunti miracoli, si ritrovano gli eroi manzoniani per scoprire, ad esempio, come prosegua la vita matrimoniale di Renzo e Lucia e se don Abbondio sia guarito o meno dalla sua proverbiale codardia. E ci sono nuovi personaggi, come l'elusiva e affascinante Donna Polissena che avrà un ruolo determinante per lo scioglimento dell'enigma.
Maestra di psicologie e atmosfere, Ben Pastor fa rivivere la Lombardia del 1631 con singolare maestria, dopo aver ambientato negli anni della seconda guerra mondiale e nel tardo Impero Romano i suoi due cicli principali, incentrati rispettivamente sulle avventure del tormentato ufficiale tedesco Martin Bora e dello storico Elio Sparziano.
Nata a Roma, naturalizzata statunitense, a lungo docente di scienze sociali nelle università americane, l'autrice scrive abitualmente in inglese i suoi romanzi ma per 'La fossa dei lupi' ha fatto un'eccezione: "Cimentandomi con il testo principe della letteratura italiana, ho capito subito che sarebbe stato impossibile rendere pienamente il senso e la ricchezza lessicale dell'originale in un'altra lingua. Ho deciso quindi di provare a fare un'operazione filologica e divertentissima, rispettosa e dissacrante allo stesso tempo, usando un italiano fruibile per il pubblico contemporaneo mentre strizza l'occhio al periodare stupendo di Don Lisànder". Il risultato è vivido e appassionante.