Cultura

Mathieu Belezi, il silenzio sulla conquista francese in Algeria

Esce Attaccare la terra e il sole, dello scrittore francese

Redazione Ansa

MATHIEU BELEZI, ATTACCARE LA TERRA E IL SOLE (GAMMA FELTRINELLI, PP 135, EURO 16.00)

Il momento più terribile della colonizzazione francese nell'Algeria del XIX secolo, quello della conquista. Lo racconta lo scrittore francese Mathieu Belezi in tutto il suo orrore e violenza, nel romanzo 'Attaccare la terra e il sole' appena arrivato in libreria per Gramma Feltrinelli, nella traduzione di Maria Baiocchi.
    "Di quella situazione iniziale, di quando i francesi si sono stabiliti per la prima volta in Algeria non se ne parla o se ne è parlato pochissimo anche nel cinema e nella letteratura.
    L'epoca della conquista è stata resa invisibile in Francia.
    Perché? Mi sono interrogato a lungo su questo silenzio" dice all'ANSA Belezi che vive tra Parigi e Roma e all'Algeria ha dedicato una tetralogia di cui questo è l'ultimo coinvolgente volume e il primo ad uscire in Italia. Per Gramma è prevista l'uscita anche degli altri tre.
    "Bisogna tener presente che nel XIX secolo dovunque in Europa circolava l'idea di razze inferiori e superiori e sono partito da questo. I francesi in patria si riempivano la bocca di parole come libertà, eguaglianza, fraternità, ma all'estero e da paese colonizzatore si sono comportati in modo orribile. C'era il mercato delle orecchie mozzate agli algerini del territorio e le persone, di ogni genere ed età, che si rifugiavano nelle grotte per sfuggire ai proiettili, venivano affumicate. Quello che si legge in questo libro e negli altri che compongono la tetralogia algerina, è verificabile e confermato storicamente" sottolinea Belezi che si è molto documentato, ha letto i racconti dei coloni francesi del tempo e dei soldati. Con questo libro è atteso il 7 giugno al Piccolo Teatro Grassi di Milano per La Milanesiana, l' 8 giugno a Villa Bardini per La città dei lettori a Firenze e l'11 giugno a Torino, al Circolo dei lettori.
    'Attaccare la terra e il sole' è strutturato a capitoli alternati, a due voci: quella della contadina Seraphine che parte con la famiglia da Marsiglia e vede infrangersi le promesse di felicità in un territorio divorato dal colera e dalla barbarie e quella di un soldato francese asservito alla crudeltà del suo capitano che sbraita "non siamo angeli".
    "La sofferenza della guerra si sente attraverso la voce delle donne e dei bambini. Donne rese invisibili come la conquista" spiega lo scrittore che ci tiene soprattutto a precisare: "non cerco di diffondere o di dimostrare niente. Cerco sempre nei miei libri di trovare delle voci. Per quella di Seraphine, che fa da contrappunto, c'è voluto molto tempo, quasi un anno, mentre quella del soldato è arrivata subito. Ma io lascio liberi i miei personaggi ed è questo che mi interessa nel fare letteratura".
    Guerra e violenza ci riportano all'oggi: "Sono convinto che gli uomini, con la 'u' minuscola, abbiano bisogno della guerra ad un certo punto e così siamo sempre nel Medioevo. Sappiamo un decimo di quello che accade nelle guerre con cui siamo alle prese, in Ucraina e a Gaza. Sapremo veramente cosa è successo in futuro, non ora. Metti in mano ad un uomo un fucile d'assalto e si sentirà il re del mondo. È quello che succede nel libro. Se questo pianeta fosse popolato solo da donne non avremo mai avuto una guerra" sottolinea Belezi che è nato a Limoges, ha insegnato in Louisiana, in Usa e ha vissuto in Messico, Nepal e India.
    Attaccare la terra e il sole, uscito in Francia per Le Tripode, diventerà un film, ma trovare un editore non è stato facile. "È stato rifiutato in Francia da cinque grossi editori. Ad un certo punto mi sono detto 'continuo, ma forse non pubblicherò più un pagina. Scriverò per me" racconta lo scrittore che dei precedenti volumi ha venduto "3-4 mila copie a titolo. Credo che il problema sia la promozione. Per la tv francese non esisto, in radio sono molto presente e anche sui giornali. L'editore Actes Sud ha fatto un'edizione scolastica senza censure. Non so se arriverà anche in Algeria, ma anche lì non mi sembra abbiano molta voglia di parlare di questa faccenda. La regista del film sarà una donna che ha vinto il Leone d'Oro a Venezia, ma non posso dire il suo nome" racconta. Mentre il primo libro della tetralogia 'C'etait notre terre' (Era la nostra terra) "diventerà un grande spettacolo teatrale per la regia di un'altra donna, Celie Pauthe" annuncia lo scrittore che ha appena iniziato un nuovo libro sull'Algeria.
   

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