Cultura

Antonio Padellaro, Solo la verità lo giuro

Vita e passione di un giornalista, tra storia e autoironia

Redazione Ansa

(di Elisabetta Sefanelli)

ANTONIO PADELLARO, 'SOLO LA VERITÀ LO GIURO. GIORNALISTI ARTISTI PAGLIACCI'. (PIEMME, PAG. 187, EURO 18,90) - Sarà stato pure raccomandato dal padre, come lui ironicamente racconta sempre parlando dei suoi esordi da giornalista, ma che il ragazzo Antonio Padellaro avesse talento lo conferma non soltanto la sua carriera ma la passione, l'autoironia e la brillantezza in cui si mette ancora in gioco nel suo ultimo libro, ''Solo la verità lo giuro'', appena uscito per Piemme.
    Non si è placato nemmeno di una scintilla quel sacro fuoco che lo ha attraversato per tutta la vita e l'ha portato a sfidare il genitore decisamente avverso alle sue idee politiche e alla sua voglia di fare un lavoro che tale a suo avviso non era. Ma l'incanto di queste pagine di Padellaro che si leggono tutte d'un fiato - non è solo un modo di dire in questo caso -, è la passione, la serietà e insieme la leggerezza che caratterizzano la sua esperienza di vita, perché della sua vita si tratta.
    ''Nel 1968 è diventato giornalista professionista all'ANSA. Ha lavorato al Corriere della sera dal 1971 al 1990 come redattore, inviato e responsabile della redazione romana. Nel 1990 è passato all'Espresso come vicedirettore. Nel 2001 ha partecipato alla rifondazione dell'Unità che ha diretto dal 2005 al 2008.
    Dal 2009 al 2015 è stato il primo direttore de Il Fatto Quotidiano, che ha contribuito a fondare. E di cui, attualmente è editorialista''. Così si legge nella quarta di copertina utile per riassumere il lungo viaggio - sempre in bilico sul bordo della sfida - di Padellaro nel mondo della carta stampata. Ma non è certo la nostalgia a segnare questa pagine in cui l'esperienza de Il Fatto fa da filo conduttore, anzi, è l'entusiasmo di chi ha cercato di fare tesoro dei propri successi e dei propri errori, come quella volta che appena nominato direttore dell'Unità incappò in una bufala di cui chiese scusa.
    Queste pagine sono del resto una cavalcata irresistibile nella storia d'Italia, che Padellaro ha raccontato collezionando anche diversi scoop. C'è il rapimento di Aldo Moro e la seduta spiritica a casa di Romano Prodi, il declino di Bettino Craxi, l'impronta del corpo di Pier Paolo Pasolini, l'ascesa e la caduta di Silvio Berlusconi con una fantastica cena a casa del cavaliere con Francesca Pascale, la P2 con l'elenco dei nomi tra i quali compariva quello del suo direttore di allora, le confessioni di Franco Bassanini su Giuliano Amato, il dietro le quinte del suicidio di Raul Gardini raccontato dal suo migliore amico, la vanità e il sostegno di tanti colleghi, l'adrenalina e la paura del momento in cui si incappa in una vera notizia, l'amicizia e anche, perché no, un pizzico di cattiveria.
    Per non parlare dell'esilarante capitolo in cui mette in fila una vera e propria commedia degli errori legata ai suoi libri.
    Ma c'è soprattutto il grande amore, la ciambella col buco, ovvero quel giornale che è stato il maggiore successo editoriale dell'ultimo decennio condiviso con Marco Travaglio a cui ha lasciato il testimone della direzione, il paradosso di anni in cui la carta va inesorabilmente scomparendo. Poi naturalmente c'è la politica, che non è per niente un'altra storia.
    ANTONIO PADELLARO, 'SOLO LA VERITÀ LO GIURO aprirà la sezione di Passaggi Festival di Fano dedicato a informazione e potere il 26 giugno al Chiostro delle Benedettine, dalle 21.30 alle 22.30.
    (ANSA).
   

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