Cultura

La Bibbia parla di noi, come un romanzo

Le nostre origini ne Il Dio dei nostri padri di Aldo Cazzullo

Redazione Ansa

(di Francesca Chiri) (ANSA) - ROMA, 26 SET - IL DIO DEI NOSTRI PADRI. IL GRANDE ROMANZO DELLA BIBBIA, ALDO CAZZULLO (HarperCollins Italia; 336 pp; 19,50 euro) Il mistero, la fede, la dottrina, financo politica, l'archetipo e la psicologia, in una babele di storie, racconti epici e romanzi, che, come ogni grande opera, "parla di noi".
    La Bibbia è allora una lettura che vale la pena affrontare, magari aiutati dalla guida attenta di Aldo Cazzullo che ci conduce tra le pagine di un libro complesso, a volte brutale, spesso difficile da apprezzare per un lettore contemporaneo, ma che va ascoltato perché "è la nostra voce che viene da lontano e che ci porta lontano". E leggerla, "o ripercorrerne le vicende come stiamo per fare, non è solo un'avventura spirituale. È un godimento dell'anima e della mente".
    D'altra parte è con la parola che Dio crea il mondo. E - ci ricorda Cazzullo - con le storie "ci racconta com'è fatto. Come funziona l'animo umano, di quanti vizi e quanto valore siamo capaci, quale sarà il nostro destino. Ci racconta cos' hanno sognato i nostri padri, il luogo in cui i nostri padri sono adesso, e cosa attende noi. Le pagine della Bibbia non sono soltanto le fondamenta della nostra fede; sono l'origine della nostra cultura".
    Sono una lente per decifrare anche la complessità del mondo contemporaneo, come hanno sempre fatto, nel corso della storia, studiosi, letterati, artisti: le loro ispirazioni, le loro chiavi di lettura sono un' altro contributo che Cazzullo prende in prestito andando a ripescare le attente, a volte poetiche, riflessioni di Fenoglio o di Tolstoj, di Melville o di Edgar Lee Masters, Quasimodo o Montale, arrivando finanche a Elon Musk che accarezza il mito dell'immortalità o, come presago, a Henry Kissinger che prima di spegnersi aveva ammonito sul rischio delle religioni e sull'avanzata degli adoratori dell'intelligenza artificiale. Ma tira in ballo anche Freud perché, osserva, nella Bibbia Dio ci parla anche attraverso i sogni, perché la Bibbia è interpretazione. Perché il serpente tenta la donna? E' il diavolo fuori da noi, o il male è dentro di noi? "La vera tentazione è la superbia, l'egoismo, il narcisismo. È l'illusione dell'eternità e dell'onniscienza, che oggi hanno la forma della clonazione e dell'intelligenza artificiale".
    La Bibbia, inoltre, "non è solo la vicenda del popolo ebraico; è l'infanzia dell'uomo. Il tempo in cui il mondo era giovane, in cui Dio ci parlava, e chi voleva poteva ascoltarlo. E quando Dio si manifesta, spesso si presenta così: 'Io sono il Dio dei tuoi padri' ". I padri, appunto. "Quelle dei nostri nonni e dei nostri genitori sono state le ultime generazioni convinte di vivere sotto l'occhio di Dio. La nostra, di noi cinquantenni, è stata la prima generazione di agnostici, che sapeva di non sapere. Poi sono venute generazioni che non hanno coltivato neppure i dubbi. Al tempo della Rete, del resto, passato e futuro non esistono: chiedersi da dove veniamo e dove andiamo non usa più. Anche per questo oggi non si legge più la Bibbia".
    Anche per questo, invece, andrebbe letta. (ANSA).
   

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