Cultura

Machado delitto in dirigibile in volo

1933: indagini per capire 'l'unico nazista buono è quello morto'

Redazione Ansa

(di Paolo Petroni) (ANSA) - ROMA, 06 OTT - SAMIR MACHADO DE MACHADO, ''IL CRIMINE DEL BUON NAZISTA'' (SELLERIO, pp.191 - 14,00 euro - Traduzione di Vincenzo Barca) - Un brillante, ironico, molto ben congeniato e narrato giallo alla Agatha Christie, in cui, al posto di un treno dell'Orient Express, troviamo un dirigibile Graf Zeppelin proveniente dalla Germania nazista e, dopo uno scalo a Recife, in volo verso Rio de Janeiro sorvolando per un giorno e mezzo il Brasile. Tutti i protagonisti, viaggiatori benestanti, visto il costo del biglietto, sono dunque chiusi in uno spazio da cui nessuno può fuggire e dove, nottempo, uno di loro viene assassinato e il corpo ritrovato la mattina chiuso in bagno dall'interno.
    L'autore, quarantenne, tra l'altro il traduttore in Brasile dei romanzi del padre di Sherlock Holmes, Conan Doyle, ha una scrittura precisa, leggera, basata in buona parte su un ottimo dialogo tra convenevoli, risvolti intellettuali, impertinenze e suscettibilità altezzose, ironie e asprezze un po' da letteratura salottiera inglese, giocando su piccoli colpi di scena, discorsi e dichiarazioni che possono apparire sospette di alcuni, aggiungendo ingredienti diversi, dall'omosessualità alla nobiltà decaduta, dalla propaganda nazista al dissenso. Siamo nel 1933 e in viaggio ci sono Bruno Brukner della kriminalpolizei tedesca, trentatreenne con lunga cicatrice sul colto e distintivo nazista all'occhiello, che poi si troverà inevitabilmente a condurre le indagini; Otto Klein, suo coetaneo commerciante di caffè in un po' assurdo cappotto nero e con una valigetta di pelle cui sembra tenere molto; un medico, Karl Kass Voegler con i baffetti alla Hitler, sostenitore dell'eugenetica nazista e della superiorità del sangue bianco; la baronessa Fridegunde Van Hattem, gran bevitrice sempre un po' brilla e dalla personalità forte di chi è nato nel lusso e è abituato a essere obbedito, che viaggia di qua e di là dell'oceano per non vivere mai un inverno, nemica dell'arte contemporanea, squallida e dietro la quale c'è sempre un ebreo, ma Goebbels provvederà; il giovane inglese William Hay, dotato di ironico humor che infastidisce Klein e che tutti finiscono per sostenere sia ebreo.
    A essi si aggiungono il Signor Kubis, commissario di bordo che serve a tavola il meglio della cucina tedesca ''mai stata imputata di leggerezza e succulenza'' e ha visto cose che non si può immaginare; il comandante Bruno Eckener, detesta i nazisti ma è un eroe nazionale difficile da toccare e sempre in aria, e suo figlio Kunut, il timoniere; gli uomini dell'equipaggio, dal capitano Lehmann agli ufficiali Pruss e Wittemann.
    Un giallo vivace e persino spiritoso, nelle sue allusioni e echeggiamenti, a dar sapore a una realtà che naturalmente sarà ben diversa da quel che sembra e pian piano anche le cose più impreviste troveranno una loro collocazione razionale. Così, tra passaporti falsi, zuppa di tapioca e proibite riviste patinate con nudi artistici, foto dei ragazzi di Taormina in vesti classicheggianti conditi di interventi letterari con firme da Klaus Mann a André Gide, e persino la citazione di un film del 1919 ultra censurato su amori gay, ''Anders als die Anderns'' prodotto dal dottor Hirchsfeld, si giunge a una conclusione morale incontrovertibile: ''l'unico modo concepibile in cui un nazista può essere buono è da morto'', frase che chiude il libro. (ANSA).
   

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