ROBERTO SOMMELLA, AL VERDE. MANIFESTO DEI TEMPI MODERNI (Rubbettino, pag. 93, 14,00 euro)
"Quell'Homo Sapiens, che si fece col tempo prima Homo Faber e poi Homo Oeconimicus e alla fine si ergerà ad Homo Digital, è diventato il protagonista del nostro tempo moderno. Ma è un'anima divisa in quattro e vive di enormi contraddizioni". L'importante, sembra spiegarci nel saggio Roberto Sommella che parte dal dato personale, è che al centro torni l'uomo nella sua ricchezza e complessità forse oggi troppo fagocitato da prese di posizione che sembrano più finalizzate a scopi economici o politici.
Di queste contraddizioni di cui parla l'autore, in un mondo dunque schiacciato tra due "titani", la guerra e la rivoluzione digitale, servono prima di tutto regole per le Big tech diventate più potenti e incontrollabili che mai. Una sovranità, sottolinea il giornalista e saggista, a cui i governi europei non hanno trovato una soluzione che sia umana e sociale, ma hanno solo provato a contrastarle in modo freddamente e impersonalmente regolatorio. L'Europa deve in sostanza ritrovare la sua umanità, e ridiventare la guida di questa rivoluzione che deve essere prima di tutto sociale per tentare di ricostruire una società che sia equa.
"Nell'Unione Europea, che ha conosciuto la dittatura sulle masse in ogni epoca della sua storia - scrive Sommella - l'instaurazione dell'era dell'Homo Legislativus ne condiziona ogni passo perché esso vuole plasmare una nuova idea di società dove l'Homo Oeco-nomicus e l'Homo Faber trovino un modo per convivere e dare vita ad un futuro più inclusivo, ecologico, giusto e pulito: l'Homo Digital, appunto". Ma come può questo Homo Digital essere prima di tutto Homo? "La scelta di andare avanti sull'analisi e sulla progettazione di un mondo diverso da quello di oggi, afflitto dal male del secolo - continua l'autore - che sono le crescenti disuguaglianze e l'alienazione dei giovani, pone i sistemi democratici di fronte ad una grandissima sfida: quella di sopravvivere alle macchine in un mondo più giusto e più pulito".
Sommella, direttore di Milano Finanza che ha al suo attivo una serie di pubblicazioni in cui l'universo delle regole è spesso al centro, spiega ora in questo suo intenso volume - in libreria dal 29 ottobre - che serve, a suo avviso, un nuovo modello di sviluppo che consideri il fattore umano, il fattore lavoro che non hanno certo lo stesso peso in tutto il mondo e che lo avranno sempre meno quando l'Intelligenza artificiale avrà invaso molti dei campi che finora ci competevano.
"Non esiste un Manifesto dell'Intelligenza Artificiale, perché non si conoscono appieno le sue enormi potenzialità. Ma è sicuro che quando verrà pubblicato conquisterà un posto nella storia come quelli di Marx, Engels, Marinetti e Spinelli. Perché anche il futuro Manifesto dell'IA vuole elevare l'uomo dalle sue miserie senza promuovere una lotta di classe. Almeno sulla carta". E ancora: "Dove non arriverà l'Intelligenza Artificiale - si chiede così efficacemente Sommella - ci penserà il New Green Deal a ridurre l'occupazione e il fattore umano? Può essere. A meno che non intervenga il destino, sotto forma di una nuova guerra catastrofica che riporti indietro le lancette della ragione, rendendo inutili entrambe le Rivoluzioni, ovvero attraverso una ben più auspicabile generale presa di coscienza democratica che i problemi si risolvono interpellando i parlamenti democraticamente eletti. La sfida principale affinché prevalga la seconda strada è soprattutto in mano ai giovani, gli unici già totalmente immersi nelle due rivoluzioni, quella artificiale e quella ecologica".
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