Cultura

Linda Ferri, racconto mia madre reale e immaginata

Nel memoir Il nostro regno. Il 17 novembre a Bookcity

Redazione Ansa

(di Mauretta Capuano) (ANSA) - ROMA, 31 OTT - LINDA FERRI, IL NOSTRO REGNO (GRAMMA FELTRINELLI, PP 160, EURO 17.00). Immaginata, sognata, reale. Linda Ferri racconta sua madre, il rapporto con lei, quell'esclusività che sposta lo sguardo in una dimensione fuori dal tempo, quella nostalgia che sconfina nella poesia.
    Lo fa in un memoir, 'Il nostro regno' che è sbocciato molti anni dopo la morte della madre, pubblicato da Gramma Feltrinelli.
    Come lei, scrittrice, illustratrice di libri per ragazzi, sceneggiatrice (ha collaborato fra gli altri con Nanni Moretti per La stanza del figlio) altri autori hanno recentemente dedicato i loro libri ai propri genitori. Dario Voltolini, con cui Ferri sarà in dialogo a Bookcity Milano il 17 novembre, lo ha fatto in Invernale (La nave dei Teseo) in cui racconta il padre e con cui è stato in cinquina al Premio Strega 2024 e Antonio Franchini nel romanzo Il fuoco che ti porti dentro (Marsilio) sulla figura della madre, con cui è entrato in cinquina al Premio Campiello 2024.
    "Stiamo facendo tutti i conti con i nostri genitori. È un fatto generazionale, forse per affrontare questa altra fase della vita c'è bisogno di fare chiarezza. Ci aiuta ad andare avanti. Io non lo ho potuto fare per tanto tempo" dice all'ANSA Linda Ferri che è la sorella dell'editore Sandro Ferri delle Edizioni E/O.
    "Mia madre è morta a 87 anni però per me l'età non ha fatto nessuna differenza. Dopo la sua scomparsa per 10 anni ho smesso di scrivere, ero completamente bloccata. Avevo una cartellina sul computer con miscugli di pensieri, diari, pezzi di racconto che ho chiamato magma. Un giorno, non ho messo bene a fuoco le lettere e invece di magma ho letto mamma. In quel momento ho capito cosa volevo fare. Così è nato questo libro. Ho buttato via tutto quello che non c'entrava e ho dato una forma al resto" racconta la scrittrice che vive tra Roma e la Grecia.
    Storia familiare, Il nostro regno è però quello della madre e della figlia. "Che poi questa esclusività che c'è nella storia è sicuramente una fantasia della figlia. Qui il libro si distacca dall'autobiografia, è come quelle operazioni che fanno i bambini che decretano una esclusività dell'affetto. Il romanzo si muove continuamente dal terreno della realtà a quello della fantasia, della idealizzazione che caratterizza spesso i rapporti madre-figlia" afferma Ferri. Anche oggi è così? "C'è un gioco di specchi. Le madri che pretendono che le figlie riescano a fare quello che loro non sono riuscite, che le figlie siano felici come loro non sono riuscite a essere. E non è un sentimento blando, ma potente. È un problema di aspettative, di attese, di risarcimento direi. Lo vedo anche nelle nuove generazioni. È una cosa archetipica, molto antica".
    Il libro si apre con la protagonista ragazzina che scivola sulle scale esterne del palazzo in cui abita a Parigi, sbatte il naso su un gradino, ma non pensa a quello che si è fatta bensì a come reagirà la madre, rimasta vedova con cinque figli, che infatti le riserva uno schiaffone. "'Io sono la sentinella di mia madre' dice e questo da la misura di quanto si sentisse responsabilizzata" spiega Ferri.
    Anche il padre, bello, affascinante, morto in un incidente, è una figura potente. "L'assenza-presenza del padre, carismatica, autoritaria patriarcale, ha lasciato un'impronta sulla moglie che si è anche ribellata, ma ha assimilato questo modello" racconta. Ci sono anche i rapporti con le amiche, i fratelli, agli amori difficili, ma su tutto prevale la figura della madre, come una regina. "I rapporti madre e figlia a volte sono intercambiabili. La mamma di questo libro ha dei tratti infantili, a volte lei e la figlia sembrano due sorelle. Ci sono cose di grande tenerezza e amore, ma anche molto dure. La memoria è una grande romanziera".
    Gli Stati Uniti, l'emigrazione, il ritorno in Europa, una Parigi segreta e quotidiana, un'isola greca, grandi protagonisti sono anche i luoghi in un mondo che attraversa buona parte del Novecento.
    "Quando sei diviso tra così tanti paesi e li ami tutti, se sei in uno ti manca l'altro. La Grecia è il tempo del presente, è un luogo nuovo, più vuoto dove ho scritto Il nostro regno e non credo lo avrei potuto fare a Roma. (ANSA).
   

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