Economia

In 6,3 mln senza posto, per 1 mln over50 è miraggio

In 2,3 mln nuclei lavora solo donna; boom genitori disoccupati

Istat: 6,3 mln senza lavoro, oltre 1 mln over 50 cerca posto

Redazione Ansa

Gli anni della crisi sembrano assomigliarsi tutti nelle fotografie scattate dall'Istat, con l'Italia sempre in sofferenza, soprattutto sul fronte dell'occupazione. E in difficoltà non sono solo i giovani, ma anche gli over50. Tuttavia c'è chi di fronte alle forti perdite accumulate dal Paese inizia, in qualche modo, a rimboccarsi le maniche, come le donne che portano avanti famiglie dove nessun altro lavora, e le imprese che assumono nonostante la recessione. Ecco allora tutte le misure prese all'Italia con il centimetro dell'Istat.

IN 6,3 MLN SENZA POSTO: nel 2013 ai 3 milioni 113mila disoccupati, un numero raddoppiato durante gli anni della crisi, si aggiungono 3 milioni 205mila ''forze lavoro potenziali'', ovvero persone uscite dal mercato del lavoro ma pronte a rientrarvi nell'eventualità, resa remota dai tempi che corrono, si aprisse una posizione. Tra loro ampia è la fetta degli scoraggiati (1 milione 427 mila).

IN OLTRE 3 MLN FAMIGLIE NESSUN OCCUPATO: in sempre più case non c'è più nessuno che la mattina si alza e va a lavoro. Nel 2013 si contano oltre 2 milioni di famiglie, con almeno un membro in età lavorativa, dove non c'è nessuno che lavora o ha lavorato in passato e oggi riceve la sua pensione. In inglese questo tipo di famiglia ha un'etichetta precisa: 'jobless'. Passando alla traduzione in termini concreti si tratta di realtà dove si va avanti facendo a meno del reddito da lavoro. E non dovrebbero passarsela bene anche le famiglie che fanno affidamento solo su una pensione, in tutto quasi un milione. Ecco che salgono a 3 milioni i nuclei dove il lavoro è un miraggio, o, al più, solo un ricordo.

SEMPRE PIU' DONNE CAPOFAMIGLIA: lo scorso anno le famiglie dove chi 'porta il pane' è una donna sono salite a 2,3 milioni, con un aumento del 34,5% sul 2008. Quindi ogni anno passato nel segno della crisi ha visto oltre 100 mila famiglie passare sotto il controllo femminile, visto che l'unica persona occupata è donna. In generale sono aumentate le realtà monoreddito (7,3 milioni). D'altra parte sempre più madri e padri si ritrovano disoccupati (+530mila in 5 anni).

CRISI HA SPINTO 100 MILA GIOVANI FUORI CONFINE: sono precisamente 94mila gli under35 che in cinque anni, a partire dal 2008, hanno lasciato l'Italia per trovare fortuna in altri Paesi, solo nel 2012 gli 'addii' alla madrepatria sono stati 26mila. Tra le destinazioni principali Germania, Regno Unito, Svizzera, ma anche Stati Uniti e Brasile. E non sono solo i giovani a emigrare, in tutto sono uscite dall'Italia ben 68 mila persone, il numero più alto da un decennio. Ma la crisi frena anche gli immigrati, ridotti di oltre un quarto a confronto con il 2007.

DRAMMA LAVORO ANCHE TRA OVER-50: A pagare dazio non sono dunque solo i giovani, anche chi ha superato la cinquantina si ritrova a fare i conti con un mercato del lavoro 'sold out'. Gli over50 infatti si dividono in due: chi è costretto a restare a lavoro per l'inasprimento dei requisiti pensionistici e quanti, oltre un milione, vorrebbero lavorare ma non trovano niente.

DISAGIO ECONOMICO A DOPPIA CIFRA: il 12,5% degli italiani vive in famiglie in forte difficoltà economica. Una quota che corrisponde a 7,6 milioni di persone. Un numero in attenuazione a confronto con il 2012 (8,7milioni), ma comunque alto.

NASCITE TOCCANO FONDO: Gli effetti della crisi non si esauriscono alla sfera economica, ma vanno ad impattare anche sull'evoluzione demografica della popolazione. Nel 2013 si stima che saranno iscritti all'anagrafe poco meno di 515mila bambini, 12mila in meno rispetto al minimo storico registrato nel 1995. E intanto l'Italia si conferma uno dei Paesi più vecchi al mondo.

IMPRESE CHE REAGISCONO, 3 SU 10 SPINGONO SU ASSUNZIONI: nonostante la crisi un terzo delle aziende ''ha mostrato forti segnali di espansione occupazionale tra il 2011 e il 2013'', spiega l'Istat. Si tratta di imprese che hanno puntato sull'estero e sull'innovazione. E' su queste leve che poggia la possibilità dell'Italia di uscire dalla stagnazione e rilanciare la sua economia. A proposito, per l'Istat ''il Pil italiano è previsto crescere moderatamente nel prossimo biennio'' (+0,6% nel 2014, +1,0% nel 2015 e +1,6% nel 2016). 

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