ROMA, 26 LUG - Cambia la silhouette del decreto legge che riforma la pubblica amministrazione, in alcuni punti si allarga e in altri invece si restringe. Le misure restano quelle, ma l'impatto si addolcisce quando si parla di genitori con figli piccoli. Al contrario la disciplina diventa più decisa in materia di incompatibilità di incarichi per dirigenti e magistrati. Altre novità riguardano il turn over, con la staffetta generazionale che inizia a concretizzarsi con qualche numero, escono 4 mila insegnanti 'intrappolati' a scuola ed entrano mille vigili del fuoco. Ecco allora i capitoli più caldi del provvedimento con tutte le modifiche arrivate durante il passaggio in commissione Affari costituzionali della Camera.
MOBILITA' OBBLIGATORIA MA ECCEZIONI. L'amministrazione non procederà al trasferimento di dipendenti da un ufficio all'altro, sempre entro il limite dei 50 chilometri, senza prima avere ottenuto il via libera degli stessi lavoratori, nel caso si trattasse di genitori con figli piccoli, sotto i tre anni, o con problemi (per cui scatterebbero le tutele della legge 104).
Inoltre, un emendamento al dl dà voce ai sindacati, che potranno dire la loro in sede di definizione dei criteri generali sulla mobilità.
LIBERI 4 MILA PROF INCAGLIATI DA RIFORMA FORNERO. La commissione Affari costituzionali della Camera ha risolto anche la questione ribattezzata 'quota 96' (61 anni di età e 35 di contributi oppure 60 anni di età e 36 di contributi).
Un'etichetta sotto cui si ritrovano 4 mila persone, tra insegnanti e altro personale della scuola. Tutti accomunati da uno stesso destino: rimasti a lavoro a causa di un errore tecnico nell'ultima riforma delle pensioni, per cui, pur avendo maturato i requisiti non sono potuti uscire. E lo sblocco partirà già da settembre.
PENSIONAMENTI D'UFFICIO, VIA DA 62 ANNI. Un emendamento al decreto Madia dà precise istruzioni sui pensionamenti d'ufficio.
L'amministrazione potrà mandare a riposo un dipendente, ma la scelta dovrà essere motivata con esigenze organizzative e dovranno essere rispettati dei limiti d'età, per cui anche se il lavoratore ha l'anzianità massima (42,6 anni) non potrà uscire se non ha compiuto il 62esimo compleanno. Una soglia che impedisce penalizzazioni nell'assegno. La regola vale anche per professori universitari e medici, ma per loro l'asticella si alza fino a 65 anni.
NUOVE ASSUNZIONI PER VIGILI DEL FUOCO E FORZE DI POLIZIA. Nel provvedimento sono state inserite anche misure che permettono lo scorrimento di graduatorie con la creazione di nuovi posti per oltre mille vigili del fuoco. E non mancheranno anche chiamate tra le forze di polizia, in vista di Expo 2015. Vengono inoltre anche prorogati i contratti dei precari delle province.
STRETTA SU MAGISTRATI. Le toghe che ricoprono incarichi in uffici di diretta collaborazione con la Pa, pure se solo di consulenza giuridica, non possono più godere dell'aspettiva, devono quindi per forza andare fuori ruolo, posizione per cui gli spazi non sono infiniti (la durata massima è di dieci anni).
E la norma, ecco la differenza con il testo originale del decreto legge, non salva neppure coloro che già hanno incassato il 'diritto' all'aspettativa: da settembre, ovvero quando entrerà in vigore il decreto, il beneficio cessa per tutti.
Altri paletti sono stati fissati nei confronti dei compensi degli avvocati di stato: anche per loro vale il massimo dei 240 mila euro annui, la cosiddetta norma Olivetti.
INCOMPATIBILITA' PER DIRIGENTI. I vertici della Banca d'Italia, dell'Ivass e della Consob nei due anni successivi alla cessazione dell'incarico, non possono intrattenere rapporti di collaborazione, di consulenza o di impiego con i soggetti regolati. Le modifiche approvate inaspriscono anche il divieto di incarichi dirigenziali per i pensionati della Pa.
PIU' POTERE A SUPERCOMMISSARIO CANTONE: Viene invece allargato il campo d'azione del presidente dell'Autorità Anticorruzione, ruolo oggi ricoperto da Raffaele Cantone. La sua vigilanza sui contratti d'appalto a rischio coinvolgerà pure le concessionarie e potrà proporre commissariamenti anche nei casi in cui il procedimento penale non sia stato ancora aperto (informando il procuratore della Repubblica).
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