Economia

Padoan: "L'Ue è a un bivio, c'è il rischio di prendere la strada sbagliata"

Bisogna "superare le spinte individualiste" e adottare un "approccio collettivo"

Il ministro dell'Economia, Piercarlo Padoan

Redazione Ansa

L'Ue ha "è a un bivio" e "c'è ancora il rischio che si imbocchi la strada sbagliata andando avanti con questa bassa crescita e stagnazione ancora a lungo". Bisogna "superare le spinte individualiste" e adottare un "approccio collettivo". Così il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan intervenendo all'apertura del XXII convegno di Pontignano. "Per molti Paesi - ha osservato il ministro - i dati economici sono ancora deludenti". L'Ue "deve cambiare accento, adottando approcci collettivi, altrimenti vedremo un fenomeno che è già in corso, ossia una tensione crescente tra atteggiamenti individuali e istituzioni collettive, viste come intralci e ostacoli e non come facilitazioni per le iniziative dei singoli".

"Bisogna cercare un modo di riequilibrare l'onere degli aggiustamenti" di bilancio "tenendo conto di entrambi i lati della medaglia, sia il surplus che il deficit in modo che alla fine l'esito collettivo sia migliore per tutti" ha aggiunto il ministro sottolineando che "si pensava che questi squilibri non avrebbero influito e generato un contesto poco stabile".

"Il dramma oggi è che l'Eurozona sta generando pressioni centrifughe anziché centripete, replicando il fenomeno di un paio di anni fa" quando la Bce è intervenuta dando "un eccellente esempio di azione collettiva" ha anche detto  Padoan rimarcando di vedere oggi "un nuovo rischio di frammentazione, causato non tanto dai mercati piuttosto dell'idea che l'aggiustamento è una questione individuale e non collettiva".
   

Ecco altri passaggi dell'intervento di Padoan a Pontignano, nel Senese.

"Ci sono alcun Paesi che pensano di essere più avanti, alcuni che pensano di essere a fine percorso. Non sono d'accordo, tutti devono ancora andare avanti sulle riforme strutturali"

"Per la crescita serve fiducia" reciproca tra i Paesi Ue. "Se non ovviamo a questa situazione rischiamo di cadere in circolo vizioso, zero crescita e zero fiducia, ma siamo ancora in tempo ad evitare di cadere in questa trappola".

 

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