Economia

Fallita trattativa sul piano Ast: mobilità per 550 addetti

Governo e istituzioni locali: l'azienda eviti azioni unilaterali. Il premier: sono molto preoccupato

Fallita la trattativa sul piano Ast

Redazione Ansa

 

L'Ast ha annunciato ufficialmente ai sindacati di categoria l'avvio della procedure di mobilità per 550 lavoratori dell'acciaieria: lo riferiscono fonti sindacali, dopo la rottura della trattativa, la notte scorsa, sul piano industriale.Cancellati, con decorrenza dal primo ottobre, anche tutti gli accordi aziendali di secondo livello per tutti i dipendenti dell'Ast. In una nota dell'azienda ai sindacati si spiega che la decisione in merito al contratto integrativo è stata presa "in relazione alla nota crisi del mercato siderurgico, alle gravi ricadute produttive, all'ottimizzazione dei costi e al piano presentato il 17 luglio scorso". Le assemblee in fabbrica programmate dalle 12,30 si trasformano in un'ora e mezza di sciopero.

Secondo un comunicato della Regione umbra, le procedure di mobilità richieste sono 537. "Questa mattina alle ore 11,46 sono pervenute comunicazioni ufficiali presso i competenti servizi regionali della Regione Umbria, da parte delle aziende del gruppo Ast, relativamente all'avvio delle procedure di licenziamento collettivo per riduzione di personale ex art 4 e 24 legge 223/91 per complessivi 537 dipendenti". Per Ast - prosegue il comunicato  - la procedura riguarda 381 operai e 92 impiegati e quadri, per la Società delle Fucine 45 dipendenti di cui 30 operai e 15 impiegati e quadri, per il Tubificio di Terni 7 dipendenti di cui 2 operai e 5 impiegati e quadri, per Aspasiel Srl 12 impiegati e quadri.


"Sono molto preoccupato"
per l'Ast Terni: "La proposta di mediazione del Governo non è stata accolta, le parti sono ancora troppo lontane". Lo dice il premier Matteo Renzi, che sottolinea: "Ci sono tre mesi davanti di discussione, cercheremo la ragionevolezza. Continuiamo a lavorarci con Delrio e Guidi".

Delrio, trattativa andata male ma insisteremo
"Sono reduce da una trattativa andata male, ma non abbandoniamo e continueremo a insistere". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, in conferenza stampa a Palazzo Chigi, facendo riferimento alla vertenza sull'Ast di Terni.

Sciopero per l'intera giornata con presidio e blocco delle portinerie, manifestazione e presidio davanti alla prefettura: è quanto ha deciso l'assemblea dei lavoratori dell'Ast di Terni convocata dopo la rottura della trattativa con l'azienda. Nel pomeriggio ulteriori decisioni su come proseguire la mobilitazione. Alcune centinaia i lavoratori presenti. L'obiettivo - ha spiegato Claudio Cipolla, segretario territoriale Fiom - "è arrivare alla presidenza del Consiglio e organizzare uno sciopero cittadino e una iniziativa nazionale sulla siderurgia".

Guidi, troppa rigità "Azienda e sindacati" sono stati "troppo rigidi nella contrattazione aziendale". Lo afferma il ministro dello Sviluppo Federica Guidi in merito alla rottura delle trattative sull'Ast di Terni. Grazie all'azione del Governo, aggiunge Guidi, "il piano è profondamente cambiato", con 100 mln di investimenti in 4 anni". Il governo "ribadisce la volontà di continuare ad offrire ogni sostegno affinché le parti raggiungano un accordo che garantisca lo stabilimento produttivo, lo sviluppo e l'occupazione dell'AST di Terni auspicando che l'avvio delle procedure di mobilità non vanifichi gli sforzi finora compiuti, per cercare una soluzione che salvaguardi il futuro di questo importante sito industriale".

"Fin dall'inizio di questa lunga vicenda - si legge nella nota - il governo si è adoperato per ottenere da AST l'irrobustimento delle prospettive industriali dello stabilimento di Terni rispetto al piano iniziale". Proprio grazie a questa azione del Governo il piano è profondamente cambiato: un piano di investimenti di 100 milioni di euro in 4 anni, 10 milioni per la ricerca e lo sviluppo, il trasferimento della linea di laminazione a freddo di Torino, il mantenimento dell'attuale capacità produttiva almeno ai livelli registrati negli ultimi tre anni e la riduzione al minimo del numero degli esuberi previsti dall'azienda". Insomma, "il governo ha profuso ogni sforzo per monitorare da vicino e assistere azienda e sindacati nelle trattative di secondo livello, di loro stretta spettanza, come le stesse parti sociali avevano chiesto nell'accordo che avevano firmato il 4 settembre 2014 affinché il confronto si svolgesse al Ministero dello Sviluppo Economico".

Inoltre, aggiunge ancora il ministro, "dopo diversi incontri fra le parti senza alcun esito il Governo, sollecitato dalle parti, ha accompagnato progressivamente il tentativo negoziale cercando di agevolare il raggiungimento di un'intesa. In questo non è stato aiutato dalle rigidità manifestatesi che hanno contribuito a mantenere un clima molto difficile in termini di relazioni industriali tra le parti. Nonostante questo irrigidimento su alcuni aspetti della trattativa, il governo aveva progressivamente individuato i punti intorno ai quali si sarebbe potuta raggiungere un'intesa come era stato auspicato in occasione del primo intervento che aveva già portato al ritiro della procedura di mobilità avviata dall'azienda". Infine "il governo ha ribadito anche in questa occasione che avrebbe messo in campo tutte le misure relative, tra l'altro, all'efficientamento dei costi energetici in grado, a legislazione vigente, di aiutare il raggiungimento di un accordo. Ancora ieri sera il governo, nel tentativo di proporre un accordo quadro che mediasse fra punti sui quali permanevano distanze fra le parti, ha richiamato le stesse ad un estremo sforzo di responsabilità finalizzato a proseguire la discussione in un clima meno conflittuale che l'esercizio di atti unilaterali, come avvenuto stamattina, avrebbe inevitabilmente reso molto più difficile".


Trattativa fallita
La lunga trattativa per trovare un accordo sul piano industriale dell'Ast è fallita. Nonostante l'impegno e gli sforzi nella mediazione del Governo e delle istituzioni umbre. Ora si teme che l'azienda possa far partire le lettere di messa in mobilità per 550 dipendenti già ipotizzati (in mattinata è arrivato l'annuncio, ndr), parte di un piano di risparmi da cento milioni di euro l'anno (che comprende anche lo spegnimento di uno dei forni dello stabilimento) annunciato a luglio per "confermare un ruolo di competitor a lungo termine sul mercato dell'acciaio inox". Le procedure di mobilità erano state ritirate all'inizio di settembre dopo l'intervento del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, grazie a un lodo governativo che aveva aperto una fase confronto tra azienda e sindacati. Con l' obiettivo di trovare un'intesa entro il 4 ottobre. Le parti in questo periodo sono sembrate tuttavia sempre distanti. Tanto che nella notte precedente al giorno di San Francesco solo un deciso intervento del presidente del Consiglio Matteo Renzi nei confronti dell'amministratore delegato dell'Ast Lucia Morselli aveva evitato la rottura. Con un ulteriore rinvio della trattativa.

Ieri pomeriggio i nuovi e decisivi incontri al ministero dello Sviluppo economico, con la strada però apparsa subito in salita. Anche per questo il Governo è intervenuto oltreché con il ministro Guidi, con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, il vicemistro Claudio De Vincenti e il sottosegretario al Lavoro Teresa Bellanova. Ha quindi presentato una sua proposta nella quale ha previsto un cambio del piano industriale. Con meno esuberi, da 550 a 290, 110 milioni di investimento, lo spostamento spostamento a Terni della linea di laminazione di Torino, mobilità volontaria e incentivata e ricollocamento dei lavoratori. Una proposta considerata, però, insufficiente dai sindacati. L'incontro si è così concluso senza un accordo. Il Governo ha comunque chiesto all'azienda di evitare "atti unilaterali" come l'invio delle lettere di messa in mobilità. Un "pressante invito" in tal senso è stato subito rivolto "a tutte le parti e soprattutto all'azienda" anche dalla presidente della Regione Catiuscia Marini, dal presidente della Provincia Feliciano Polli e dal sindaco di Terni Leopoldo Di Girolamo. Che chiedono di tenere "comunque aperto il dialogo" e di "non assumere atti unilaterali che rischierebbero di pregiudicare gli sforzi fin qui compiuti, oltreché 'alzare' inutilmente la tensione sociale". I sindacati hanno intanto indetto da domani mattina assemblee per illustrare la situazione ai lavoratori che ora attendono di conoscere il loro futuro.

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