Economia

Russia: caccia a euro e dollari, code nei mall

Bloccate vendite Apple, auto straniere, vini. Panico e isteria

Russia: caccia a euro e dollari, code nei mall

Redazione Ansa

MOSCA, 17 DIC - Caccia a euro e dollaro nei cambiavalute, precipitosi ritiri di tutti i risparmi nelle banche, file di sovietica memoria negli shopping center per spendere gli ultimi rubli prima di ulteriori crolli. Oppure boutique di lusso che chiudono, concessionari d'auto e importatori di vini che sospendono le consegne, Apple che blocca le vendite on line, clienti che cancellano le vacanze natalizie all'estero: la calma è solo apparente a Mosca, in realtà dominano panico e isteria di fronte ad una economia in ginocchio, tra il rublo alle stelle, un'inflazione galoppante, il prezzo del petrolio ai minimi, una fuga di capitali senza precedenti e una recessione annunciata.

A distanza di 16 anni dal default, dopo una crescita impetuosa interrotta solo dalla crisi del 2008-2009, i russi scoprono che il loro paese e' meno forte e più vulnerabile di quello in cui credevano o di quello dipinto dalla propaganda del Cremlino nella contrapposizione con l'Occidente per la crisi ucraina. E non si fidano delle ripetute rassicurazioni che arrivano dal presidente Putin, o delle misure della governatrice della Banca centrale (nel mirino dei tre partiti all'opposizione) e del governo guidato da Medvedev, che oggi ha presieduto per il secondo giorno consecutivo una riunione di emergenza per fronteggiare la tempesta monetaria. Dopo i due giorni neri del rublo, che hanno fatto perdere ai 20 uomini più ricchi del Paese 10 miliardi di dollari, la divisa nazionale prende una boccata di ossigeno recuperando qualcosa, ma restando su livelli insostenibili: 76,65 rubli per un euro e 61,81 per un dollaro, circa la meta' del valore di inizio anno. Il superamento della soglia di 100 rubli per un euro resta una ferita psicologica che va oltre le ironiche richieste dei cambiavalute per insegne a tre cifre. A loro gli affari vanno a gonfie vele, anche se molti ormai sono a corto di valuta straniera.

Ma la gente ha paura e ha già convertito per tempo i risparmi in euro o dollari, spendendo le riserve di rubli per acquisti a lungo rinviati: ieri i mall della capitale sono stati assaltati da clienti che hanno spazzolato tutto il possibile, dal cibo agli articoli hi-tech, affrontando file anche di cinque ore nella notte. Una vera e propria caccia all'occasione prima che i prezzi salgano ancora. Ad approfittarne sono anche gli stranieri che vivono al confine con la Russia: sono state segnalate code di auto di finlandesi alla frontiera armati di euro per fare man bassa di prodotti in rubli. In qualche negozio è spuntata anche la doppia etichetta, in rubli e in ye, le unità convenzionali di conto parametrate sulla valuta straniera ma vietate dalla legge. A causa delle fluttuazioni estreme del valore del rublo, la Apple ha bloccato il suo negozio online in Russia in attesa di rivedere prezzi. Molte boutique di lusso del centro, in particolare della Tverskaia, hanno chiuso momentaneamente i battenti, Cartier invece ha riaperto ma con rincari del 40%-50%. Anche i concessionari di auto straniere hanno seguito la stessa sorte e chi resiste ha aumentato i prezzi: la Nissan li ha incrementati del 5% in pochi giorni.
    Problemi anche per gli amanti della dolce vita: l'importatore di vini Simple ha sospeso le forniture per un paio di giorni. In tilt il settore turismo: i prezzi dei biglietti aerei sono rincarati del 15%, quelli dei treni del 18%, nelle agenzie piovono disdette di prenotazioni e proteste per gli aumenti dopo i primi acconti. L'Italia, tra le prime destinazioni dei russi, ne risentirà, assicurano i tour operator. La voce che la Sberbank, la prima banca del Paese, aveva sospeso la concessione di prestiti è stata smentita, ma rende l'idea del clima di paura e incertezza che aleggia nel Paese, dove già si attendono gli effetti della scure che ha tagliato il 10% del bilancio 2015, in particolare nella sanità, nell'istruzione e nei trasporti. Le prime vittime della crisi sono i quasi 16 milioni di russi che vivono sotto la soglia della povertà (8.000 rubli, ora pari a circa 105 euro). A seguire gli immigrati dell'ex Urss, che si ritrovano a mandare a casa rimesse dal valore dimezzato. Ma nell'elenco potrebbe finire anche Putin se non riesce a fermare questa imprevista discesa agli inferi.

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