Economia

Grecia, Renzi: 'L'Italia è già fuori dalla linea del fuoco'

Oggi scade il termine per il rimborso di 1,7 miliardi all'Fmi che Atene non intende rispettare

Matteo Renzi e Alexis Tsipras ( foto archivio)

Redazione Ansa

L'Italia è già fuori dalla linea del fuoco dei rischi di un eventuale default greco. Lo assicura il premier Matteo Renzi in una lunga intervista in prima pagina al direttore del Sole24Ore. "Abbiamo iniziato un percorso coraggioso di riforme strutturali, l'economia sta tornando alla crescita e l'ombrello della Bce ci mette al riparo".

Per quanto riguarda invece il ruolo nella trattativa sulla crisi greca, Germania e Francia, sottolinea Renzi, sono in prima linea perché "hanno una consolidata relazione da sempre", ma "che poi queste proposte funzionino o meno lo dirà il tempo". "Noi - aggiunge - ce li ricordiamo nel sorrisino di Cannes di Sarkozy quando sul banco degli imputati avevano messo noi. Qual è il nostro posto? Il nostro posto in passato era tra i problemi, adesso è tra quelli che provano a risolvere i problemi". Quanto ai "vertici ristretti", dice Renzi, "non ho mai partecipato, nonostante gli inviti a farlo. E non inizierò adesso. I luoghi dove si fanno le trattative non sono quelli a favore di telecamere".

Padoan, referendum? Massimo rispetto decisione - "Massimo rispetto per la decisione del popolo e del governo greco, l'aspettiamo". Così il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sul referendum proposto dal governo di Atene. "L'Italia lavorerà perché l'Eurogruppo abbia un rapporto positivo con il governo greco qualunque esso sia". Un derby euro-dracma? "Mi pare una buona definizione".

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(di Serenella Mattera)
La porta resta fino all'ultimo aperta. Nel momento più difficile, con in gioco la permanenza stessa della Grecia nell'euro, l'Italia è pronta a dare una mano ad Atene. Ma Atene non può non accettare di fare quelle riforme che negli ultimi anni altri Paesi hanno fatto. Riforme che adesso li rendono più forti. E' questo il ragionamento dei renziani, all'inizio di una settimana decisiva per il destino della stessa Ue. Matteo Renzi per ora sceglie di tacere, al contrario di altri leader europei non prende apertamente posizione per il sì al referendum greco. Anche se con un tweet ricorda qual è la vera posta in gioco: non un "derby" tra la commissione Ue e Tsipras, non una partita tra burocrazie e governi, ma la scelta "tra l'euro e la dracma". Per tutto il giorno proseguono i contatti, mai interrotti, con le cancellerie europee. Renzi, che è al lavoro a Palazzo Chigi, sceglie di non convocare 'gabinetti di guerra'.

L'argomento Grecia sarà probabilmente affrontato dal governo domani pomeriggio, in un Consiglio dei ministri convocato per quell'assestamento di bilancio che è un atto dovuto al 30 giugno. Poi mercoledì il premier sarà a pranzo da Angela Merkel, a Berlino. Un appuntamento in programma da tempo, che sarà preceduto da un intervento in università sul tema 'Europa, ritorno al futuro', e che consoliderà un rapporto con la Cancelliera che, pur nella dialettica tra austerità e flessibilità, Renzi è riuscito a non fare mai inclinare. Proprio quel rapporto diventa il bersaglio della minoranza Pd, nel nome della Grecia: basta "subalternità" ai "diktat" della Cancelliera, dice Roberto Speranza. "Non si devono spezzare le reni ad Atene ma riprendere subito le trattative", afferma Pier Luigi Bersani.

E Gianni Cuperlo invita l'Italia a tenere aperto il dialogo. Ma quel dialogo, replicano i renziani, il governo italiano non ha intenzione di romperlo. In quel solco si inserisce anche l'iniziativa di Gianni Pittella, che da capogruppo Pse si fa 'pontiere' e chiede un Eurosummit straordinario. Ma il presupposto della trattativa, spiegano dal Nazareno, non possono che essere le riforme, quelle riforme che l'Italia come altri Paesi hanno già fatto e che la proposta della commissione Ue mette sul tavolo della trattativa greca in modo del tutto ragionevole. La sinistra Pd dice no ai "diktat" sulle pensioni? "Se non sbaglio la riforma Fornero - replica un deputato renziano - Bersani a suo tempo l'ha votata...". Le riforme restano la stella polare, ribadisce ai parlamentari a lui vicino Renzi, anche per il nostro Paese.

E' grazie alle riforme già realizzate se l'Italia ora "non corre pericoli". Lo dimostra, sottolineano i renziani, la tenuta dello spread in un giorno difficilissimo sui mercati. Le riforme sono state avviate, i conti sono in ordine e c'è lo scudo della Bce: l'Italia è pronta, sottolinea il ministro Pier Carlo Padoan, ad affrontare la crisi greca. Ma proprio per questo Renzi sulle riforme non ha intenzione di rallentare. In settimana dovrebbe arrivare l'accelerazione in commissione al Senato, con l'avvio, forse già giovedì, dell'esame della riforma costituzionale. Alla Camera, dopo il decreto pensioni, si vareranno riforma della scuola, della P.a. e del processo penale. A Palazzo Madama proseguiranno il cammino della riforma della Rai e la legge sulle unioni civili. E poi partirà il lavoro sulle infrastrutture: Renzi ha convocato tutti i parlamentari dem al Nazareno, lunedì 6 luglio, per aprire il dossier, dopo che l'Italia ha ottenuto un "risultato senza precedenti" sui fondi europei per i progetti ferroviari transfrontalieri.

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