Sono oltre 910mila le assunzioni programmate quest'anno dalle aziende dell'industria e servizi, 119mila in più rispetto al 2014 (+15%). Lo indica il Sistema Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro, segnalando la stabilizzazione, grazie al Jobs act, di circa 170mila lavoratori e la creazione di circa 55mila nuovi posti di lavoro.
ll sistema Excelsior (che analizza le previsioni di tutte le imprese italiane, ad eccezione delle agricole, con almeno un dipendente), indica un saldo occupazionale negativo fin dal 2009; nel 2015 tuttavia la domanda di lavoro delle aziende aumenta di oltre 83mila unità, (quasi 94 entrate ogni 100 uscite). La manifattura italiana, soprattutto quella proiettata sui mercati esteri (meccanica, alimentare, chimico-farmaceutico, plastica), appare al contrattacco: nel corso dell'anno un'azienda su cinque assumerà personale dipendente, nel 2014 era una su sei. Nel complesso, sono 186.600 le entrate attese in questo settore (+31.300 rispetto allo scorso anno). Nel mirino dei "cacciatori di teste" delle imprese del Made in Italy - indica ancora il sistema informativo Excelsior - ci sono figure professionali a maggior qualificazione da impiegare nella progettazione (aumenta la richiesta di ingegneri), nell'innovazione digitale (analisti e progettisti di software) e nell'ideazione di nuove strategie commerciali (tecnici delle vendite). Ma sono tanti anche gli operai specializzati richiesti soprattutto dall'industria alimentare e meccanica . Diversa poi la richiesta di tipologie di lavoratori rispetto allo scorso anno: l'aumento più consistente è quello riguardante i contratti a tempo indeterminato (249.200, +103.200 rispetto al 2014), mentre decisamente meno consistente appare l'incremento dei contratti a tempo determinato (205.200, +15.150) e quello degli interinali (110mila, +25.500). Si ridurranno, invece, i contratti di apprendistato (34.100, -700) e i contratti a chiamata (12mila, -2.600). In diminuzione sensibile anche le forme atipiche: saranno 45.700 i contratti a progetto (-12.900) e 33mila le partite Iva (-2.100). Ai giovani quest'anno le imprese ritengono di poter riservare oltre 202mila delle 721.700 assunzioni (non stagionali e stagionali), pari al 28% del totale. Spazi maggiori sembrano aprirsi nelle imprese dei servizi (156.600), rispetto a quelle dell'industria nel suo complesso (45.600). Più intensa la presenza giovanile nel Nord Ovest, dove la quota di assunzioni destinate agli under 30 sfiora il 32%, e tra le imprese con oltre 250 dipendenti, nelle quali la percentuale raggiunge il 36%.