Economia

Disoccupazione e Pil, per l'Italia torna il segno positivo

Tasso occupati più alto dal luglio 2013. Aumento tendenziale Pil più alto da quattro anni

Matteo Renzi

Redazione Ansa

Buone notizie per l'economia italiana. L'Istat rivede al rialzo la crescita del Pil nel secondo trimestre 2015, portandola a +0,3% (da +0,2%) rispetto al primo trimestre e a +0,7% su base annua (da +0,5%), l'aumento tendenziale più alto da quattro anni (secondo trimestre 2011). Sul fronte del mercato del lavoro, invece, registra una netta discesa del tasso di disoccupazione, che a luglio segna un 12%, toccando i minimi dal 2013. Per quanto riguarda la fascia dei 15-24enni, il tasso a luglio cala al 40,5%, ed è il più basso dallo stesso mese del 2013. In salita il tasso di occupazione, che nel settimo mese dell'anno raggiunge il 56,3% (+235mila occupati nel mese rispetto a luglio 2014), tornando ai livelli di novembre 2012. Nel secondo trimestre continua l'aumento del numero di dipendenti a tempo indeterminato: riguarda gli ultra 50enni e interessa soprattutto donne, terziario, Centro e Mezzogiorno. ---.

 Sull'analisi dei dati, però, è scontro. "Non so con chi ce l'ha Camusso, è l' ultimo dei miei problemi. Se fossi segretario di un sindacato sarei contento che c'è più lavoro stabile". Così Matteo Renzi replica alla leader Cgil Susanna Camusso che aveva attaccato il premier e il leader di Confindustria, Squinzi per le dichiarazioni fatte sul calo della disoccupazione e il miglioramento del pil. ''Se tornassero coi piedi per terra e la smettessero con la propaganda - dice - il Paese potrebbe cogliere le opportunità che sembrano prospettarsi".

Occupazione - Il tasso di disoccupazione a luglio è pari al 12,0%, in calo di 0,5 punti percentuali sul mese precedente e di 0,9 punti nei dodici mesi. Lo rileva l'Istat nelle stime. Il ribasso arriva dopo due aumenti e porta il tasso ai minimi da due anni esatti (era al 12% nel luglio 2013). Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni a luglio è pari al 40,5%, in calo di 2,5 punti percentuali sul mese precedente e di 2,6 punti su base annua. Lo rileva l'Istat nelle stime provvisorie. Si tratta del tasso più basso dal luglio del 2013. Dopo 14 trimestri di crescita e il calo nel primo periodo del 2015, nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1% (-0,1 punti su base annua). L'Istat sottolinea come si amplino i divari territoriali: dal 7,9% nelle regioni settentrionali, al 10,7% nel Centro fino ad arrivare al 20,2% nel Mezzogiorno. Gli occupati a luglio salgono dello 0,2% su giugno, vale a dire di 44 mila unità in più. Sul luglio 2014 il rialzo è dell'1,1%, con 235 mila persone occupate in più. E' quanto rende noto l'Istat, spiegando che il tasso di occupazione aumenta di 0,1 punti percentuali nel confronto mensile, portandosi al 56,3% e tornando ai livelli di novembre 2012.

Crescita - L'Istat vede al rialzo la crescita del Pil nel secondo trimestre, portandola a +0,3% (da +0,2%) rispetto al primo trimestre e a +0,7% su base annua (da +0,5%), l'aumento tendenziale più alto da quattro anni (secondo trimestre 2011).  La crescita acquisita del Pil per il 2015, cioè quella che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno, risulta pari al +0,6%. Lo rileva l'Istat con i dati del secondo trimestre e rivedendo al rialzo la stima preliminare del 14 agosto (+0,4%).

E su Twitter il premier Matteo Renzi commenta gli ultimi dati Istat: "Cresce il Pil, crescono gli occupati, meno disoccupazione. Le riforme servono".

"Quello che è importante è che l'Italia è ripartita dopo che negli ultimi anni è come se avesse avuto la ruota bucata e una caduta in discesa" mentre i Paesi di testa dell'Europa crescevano. Così Matteo Renzi in un video in cui commenta i dati Istat sottolineando che "per chi è abituato a cifre e statistiche sono solo numerini ma è di più: è la donna del Sud che trova occupazione, il cinquantenne che ha una chance grazie al Jobs act". "Ciascuno ha le proprie idee politiche ma diamo insieme una mano perché l'Italia torni a crescere", ha detto ancora il premier.

IL VIDEO

"I dati sul lavoro e sulla crescita dimostrano che non siamo alla maglia rosa e non cresciamo più di tutti ma siamo tornati nel gruppo dei Paesi di testa Ue grazie alle riforme che abbiamo fatto e stiamo facendo. Ma non mi accontento: io voglio che l'Italia torni alla guida dell'Europa, punto di riferimento dell'economia europea e mondiale". "A settembre partiamo con numeri buoni ma i numeri devono seguire le idee, la determinazione e l'entusiasmo degli italiani".

Squinzi, 0,3% non basta e non è merito nostro - "La crescita del Pil dello 0,3% non basta, anche perché non è merito nostro ma è dovuto solo al dimezzamento del prezzo del petrolio a rafforzamento del dollaro e al Qe". Così il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. "Noi non abbiamo fatto le pulizie interne, bisogna fare le riforme, solo in questo modo possiamo far ripartire il Paese".

 

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