Lo scandalo Volkswagen potrebbe rivelarsi un 'inatteso' alleato per Sergio Marchionne e il suo piano di consolidamento del settore dell'auto. Mentre l'amministratore delegato di General Motors, Mary Barra, ribadisce il proprio no a un'unione con Fca, lo scandalo che ha coinvolto Volkswagen - secondo gli analisti - potrebbe infatti innescare un risiko nel settore.
La pressione - è la tesi di Marchionne - e' destinata ad aumentare con le norme sulle emissioni, che rischiano di far salire le spese in conto capitale delle case automobilistiche: condividere i costi è l'unico modo per i produttori per rilanciare i loro risultati. Proprio l'Epa, l'agenzia per la protezione ambientale americana, ha annunciato una stretta sui test per le norme antismog per evitare un nuovo caso Volkswagen.
Gm è la 'preda' prediletta di Marchionne, ma il colosso di Detroit ha chiuso più volte la porta di fronte alle avances arrivate da Fca. Barra, in un'intervista al Wall Street Journal, ribadisce che Gm va avanti da sola. Il consiglio di amministrazione di Gm ha rivisto con attenzione la proposta dell'amministratore delegato di Fca per un'unione delle due società. Ma ritiene che il colosso di Detroit possa raggiungere i suoi obiettivi operativi da sola. Concentrarsi sull'attuale strategia e' "nel migliore interesse degli azionisti", afferma nuovamente Barra, sottolineando che Gm ha la dimensione giusta "e c'è un punto in cui una maggiore dimensione diventa negativa per i ritorni in termini di redditività. Riferendosi alle decisioni passate di Gm di inseguire i volumi di vendite invece che i profitti, Barra spiega come il suo obiettivo è quello di migliorare i margini di profitto, non di inseguire la quota di mercato. L'amministratore delegato di Gm non parla direttamente dello scandalo Volkswagen che, a differenza di Gm, ha perseguito ambiziosi obiettivi di vendita sperando di superare Toyota come leader del volume di vendite annuali.
Fca: Gm ribadisce, no a fusione. Avanti da soli
Analisti, scandalo Volkswagen può aiutare Marchionne