Economia

Legge Stabilità. P.a, turnover al 25%, 3 tetti per stipendi manager

Da aprile nuove soglie per remunerazioni Cda società partecipate

Matteo Renzi

Redazione Ansa

 La porta per entrare a lavorare nella Pubblica Amministrazione si chiude quasi del tutto. Per il turnover resta un margine del 25%: ciò vuol dire che per le nuove assunzioni si potrà spendere non più di un quarto della spesa dell'anno fatta l'anno prima e sarà così non solo per il 2016, ma anche per il 2017 e il 2018. Una stretta sul turnover nella P.A. era attesa e già contenuta nella prime bozze della legge di Stabilità. Ma se prima si parlava di un intervento mirato e comunque di limature ora, stando all'ultimo testo in circolazione, c'è uno stop deciso che riduce in modo netto gli spazi rispetto all'ultima rimodulazione contenuta nel dl Madia del 2014. Il Governo si appresta anche a rivedere i tetti per gli stipendi dei manager delle partecipate, con la definizione di tre fasce e fatto salvo il limite massimo dei 240 mila euro annui.

L'intervento più forte è senz'altro sul turnover, che doveva salire al 60% il prossimo anno, all'80% nel 2017 e tornare al rapporto 'uno esce-uno entra' nel 2018. Il limite riguarda tutta la P.A centrale mentre per gli enti locali si parla solo del biennio 2017-2018 (sempre con il tetto del 25%) mentre nulla si dice sul 2016. Restano esclusi dal blocco il personale militare, le forze di polizia, i magistrati e i diplomatici. Seguiranno un binario diverso le assunzioni dei dirigenti, più generose con il ritorno a una capacità piena nel 2018. Quanto alle partecipate, saranno messi a punto nuovi massimi per gli stipendi di chi siede nei cda. A definirli sarà un decreto del Mef, da emanare entro il 30 aprile, che dividerà le società, fanno eccezione le quotate, in tre diverse classi, tenendo conto di indicatori quantitativi e qualitativi. Insomma il fronte P.A. ha riservato sorprese passando da una bozza all'altra ed ovviamente non sono esclusi ulteriori ritocchi nel testo che sarà trasmesso alla Camere.

Tra le novità dell'ultima bozza anche il ritorno della cifra dei 300 milioni di euro per il rinnovo del contratto. Il valore corrisponde a quello dichiarato dal premier Matteo Renzi in occasione della conferenza sulla manovra e poi tagliato a 200 milioni nelle tabelle che riassumevano gli impegni. Probabilmente la riduzione del turnover è stata anche fatta per raccogliere fondi per la nuova stagione contrattuale. Insomma la ridistribuzione delle risorse è avvenuta all'interno dello stesso pubblico impiego e comunque "è assolutamente insufficiente", mette subito in chiaro il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan. Gli statali di Cgil, Cisl e Uil d'altra parte hanno già annunciato una "mobilitazione durissima" e il prossimo martedì si incontreranno per prendere una decisione in merito. Su tutto pende anche il tavolo aperto all'Aran sui comparti e la trattativa sembra sempre più in salita. Non a caso nella bozza si parla di possibili anticipazioni dei benefici contrattuali.

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