Nel 2014 l'Italia, insieme a Cipro, ha registrato il maggior calo dei consumi procapite, misurati in Standard di potere d'acquisto (Spp), tra i Paesi Ue. Lo ha reso noto Eurostat segnalando che si è passati dal 103% del 2012 al 98% dello scorso anno.
- Paese consumi Pil 2012-Pil 2014
- Lussemburgo 141 (141) 259 266
Germania 123 (121) 122 124
Austria 122 (121) 131 130
Danimarca 115 (115) 126 125
Gran Bretagna 115 (115) 107 109
Belgio 114 (112) 121 119
Finlandia 114 (115) 116 110
Olanda 113 (116) 133 131
Francia 112 (111) 107 107
Svezia 111 (115) 127 123
Italia 98 (103) 101 96
Irlanda 96 (97) 132 134
Cipro 90 (95) 91 82
Spagna 88 (88) 92 91
Grecia 83 (84) 74 73
Portogallo 83 (82) 77 78
Lituania 81 (74) 70 75
Malta 79 (80) 84 84
Slovacchia 77 (73) 75 77
Rep. Ceca 76 (72) 82 85
Slovenia 75 (78) 81 83
Polonia 74 (73) 67 68
Estonia 68 (65) 74 76
Lettonia 65 (61) 60 64
Ungheria 63 (62) 65 68
Croazia 60 (59) 60 59
Romania 57 (56) 54 55
Bulgaria 51 (50) 46 47
L'Italia è anche agli ultimi posti in Europa per lo shopping online: solo poco più di un quarto degli italiani (26%) fa acquisti su internet, contro una media Ue di più del doppio, con oltre una persona su due (53%). E' quanto emerge dai dati Eurostat, secondo cui l'Italia è quart'ultima tra i 28: peggio solo Romania (11%), Bulgaria (18%) e Cipro (23%). Primi per l'e-commerce sono invece Gran Bretagna (81%), Danimarca (79%), Lussemburgo (78%), Germania (73%), Olanda, Finlandia e Svezia (tutti 71%). A livello Ue, il trend è più che positivo, al punto da aver permesso non solo di raggiungere ma già di superare l'obiettivo prefissato dall'Agenda digitale del 50% di 'e-buyers': erano il 30% nel 2007, sono il 53% nel 2015. Sono però le giovani generazioni ad acquistare di più online: contro il 25% di chi ha tra i 65 e i 74 anni, è ben il 66% dei 16-24enni e il 70% dei 25-34enni a fare shopping su internet. In Italia se la percentuale degli over 65 è la stessa che a livello Ue, sono però molti meno i giovani, rispettivamente con il 39% e il 47%. Gli acquisti più popolari in Europa quest'anno sono stati abbigliamento e articoli sportivi (60%), seguiti da viaggi e alberghi (52%), articoli per la casa e giocattoli (41%) e biglietti per eventi (37%) e libri e giornali (33%). In Italia invece sono stati i viaggi (42%) seguiti da abbigliamento e articoli sportivi (37%), articoli per la casa, giocattoli e libri (entrambi 26%), e infine i biglietti per gli eventi (19%).