La caduta libera dei prezzi del petrolio porta con sé nuovi ribassi dei prezzi dei carburanti, con le quotazioni medie della benzina scese sotto gli 1,43 euro al litro, ma per le associazioni dei consumatori il prezzo della verde resta ancora troppo alto. Eni, Q8/Shell e Tamoil hanno tagliato di un centesimo i prezzi di benzina e diesel mentre Esso è intervenuta solo sul gasolio con una riduzione di 2 centesimi. La benzina self service si attesta a 1,429 euro/litro, il diesel a 1,236 euro. I consumatori però denunciano che il prezzo della benzina continua a salire nonostante il petrolio sia crollato a 31 dollari al barile e ai minimi dal 2009, quando la verde costava infatti 1,13 euro al litro. Federconsumatori e Adusbef sottolineano che con la perdita di forza del cambio euro-dollaro, l'aumento delle accise sui carburanti (nel 2009 si attestavano a 56,4 centesimi al litro, oggi a 72,8 centesimi), nonché l'incremento dell'Iva fanno salire la benzina di 6 centesimi oltre il livello a cui si dovrebbe attestare. "Concretamente tale maggiorazione si traduce in un pesante aggravio sulle tasche dei cittadini, pari a ben +72 euro annui in termini diretti, ossia per i pieni di carburante, e a +59 euro annui in termini indiretti, a causa all'impatto del costo dei carburanti sui prezzi dei beni di prima necessità che, nel nostro Paese, sono distribuiti per l'86% su gomma", spiegano i consumatori, portando il totale a +131 euro annui, e sollecitando quindi un taglio delle tasse. D'altro canto l'Unione petrolifera precisa che il calo dei prezzi del greggio "è stato interamente recepito dai prezzi italiani dei carburanti al netto delle tasse, diminuiti nell'ultima settimana mediamente di altri 2,5-3,5 centesimi euro/litro" e che se i prezzi oggi sono più alti "è dovuto in larga parte all'aumento della fiscalità".
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