La divergenza fra i tassi negli Usa fissati dalla Fed, che ha imboccato un percorso al rialzo, e la Bce che resta in una posizione espansiva è "del tutto naturale": lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, a un colloquio durante il Forum economico mondiale.
Le prospettive inflazionistiche sono cambiate e "c'è meno da essere ottimisti" non solo per il forte calo dei prezzi petroliferi, ma anche per "la revisione al ribasso delle prospettive di crescita delle economie emergenti", ha aggiunto Draghi.
"Abbiamo numerosi strumenti" per far risalire l'inflazione, che "davvero" è lontana dall'obiettivo vicino al 2%, ha spiegato Draghi.
In Italia c'è stata un'errata interpretazione della lettera inviata dalla Bce su come i Paesi stanno gestendo i crediti in sofferenza. Draghi: "non vi era nulla di più" - ha scandito - che conoscere le diverse pratiche nazionali in merito.
L'emergenza dei profughi in Europa rappresenterà per i prossimi anni una sfida enorme ma anche un'opportunità, richiedendo "il più grande progetto di investimenti pubblici che ci sia stato in molti anni". Draghi ha sottolineato che ciò sta contribuendo a una posizione fiscale neutra, se non leggermente espansiva, dell'Eurozona.
Bce: economisti tagliano stime inflazione 2016-2017 - Tagliate le stime sull'inflazione nell'Eurozona per quest'anno e l'anno prossimo. E' quanto emerge dal 'Survey of Professional Forecasters' della Bce, che raccoglie le previsioni degli economisti. Per il 2016 la stima sull'inflazione è tagliata allo 0,7% dall'1% precedente e per il 2017 è limata all'1,4% dall'1,5%. Nel 2018 il tasso si dovrebbe poi attestare all'1,6%.