L'Unione europea è pronta ad aprire il suo mercato all'import senza dazi di 35mila tonnellate in più di olio tunisino per il 2016 e altrettante per il 2017. Appare infatti ormai tutta in discesa l'approvazione finale della misura, nata per aiutare i vicini in grave crisi dopo gli attacchi terroristici, da parte dell'Europarlamento. La stessa Eurocamera che lo scorso 25 febbraio, con l'introduzione di alcune modifiche, aveva rimandato la palla al Consiglio Ue, accendendo le speranze su nuovi negoziati. Oggi invece la 'doccia fredda': una lettera della presidenza di turno olandese dei 28 ha dato il via libera degli Stati membri - inclusa l'Italia - al nuovo testo, ha accelerato a sorpresa i tempi e spinto l'Assemblea di Strasburgo a cambiare l'ordine del giorno per inserire il voto del provvedimento nell'agenda della plenaria di oggi. Tre le 'migliorie' incassate dagli eurodeputati italiani: l'obbligo di tracciabilità del prodotto tunisino, il divieto di proroga oltre i due anni previsti e una valutazione a medio termine dell'esecutivo Ue, per verificare eventuali danni ai produttori europei. "Con la strategia del Pd abbiamo guadagnato tempo e tre condizioni", spiega Paolo De Castro (Pd), coordinatore per il gruppo dei socialisti e democratici della commissione Agricoltura dell'Europarlamento, che annuncia l'impegno assunto ieri dal capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, "di lavorare per la suddivisione mensile del contingente extra, quando la Commissione europea si occuperà del regolamento attuativo". Anche il M5S martedì ha incontrato Mogherini e ieri parla di un "blitz del Presidente Schulz" per l'accelerazione dei tempi di voto, attacca il Pd e il governo Renzi, che non si è opposto alla misura. Al capo della diplomazia Ue la delegazione pentastellata ha anche segnalato "il conflitto di interessi che tocca il premier tunisino, uno dei più grandi produttori di olio del Paese". "La Commissione europea deve adesso monitorare l'implementazione dell'accordo per evitare frodi e contraffazioni, e procedere al più presto con il riconoscimento di misure compensative per i nostri olivicoltori" è l'appello di Giovanni La Via (Ap/Ppe). Nel frattempo in Italia, Coldiretti parte già oggi con una mobilitazione per la difesa del 'made in Italy' a Catania, in Sicilia, seconda regione produttrice di olio di oliva in Italia dopo la Puglia. Con oltre 90mila tonnellate l'anno di olio tunisino senza dazi, avverte Coldiretti "il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell'olivicoltura nazionale, è il moltiplicarsi di frodi".
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