"So che devo conquistare la vostra testa e il vostro cuore", dice Vincenzo Boccia alla platea di industriali (ed elettori) chiudendo la presentazione del suo programma di candidato alla presidenza di Confindustria. E così, promette, "conquistare insieme la testa e il cuore del Paese, un Paese a cui dare la sveglia".
CONFINDUSTRIA E GOVERNO. Tocca a noi guidare il rinnovamento", ha esordito. E' "irrinunciabile" che Confindustria resti bipartisan, garantisce, e sui rapporti con politica e Governo parla chiaro: il pragmatismo di Renzi, che porta svecchiamento e rilancio, bisogna "sostenerlo", anche "stimolarlo", ma "se rallenterà la spinta sentirà il nostro disaccordo". Boccia propone una "Confindustria di progetto, proposta e denuncia", e che sia "capace di superare ogni residuo corporativismo". "Continuità nei valori e nell'identità e cambiamento che ci è imposto dai nuovi contenti nello stile, nel merito, nella struttura".
RELAZIONI E CONTRATTI. "Con il jobs act il Governo ha aperto la strada al superamento del lavoro rigido e dualistico. Spetta a noi la grande responsabilità di completare la riforma con un assetto di relazioni industriali adeguato alle sfide competitive che abbiamo di fronte". Nei contratti, avanti sul secondo livello "con facoltà di derogare al contratto nazionale". E nessuna ingerenza per legge: contratti e rappresentanza sono un terreno che "appartiene alle forze sociali"; Boccia è chiaro: "Non vogliamo regole imposte dall'esterno".
RIFORME. "Quella dello Stato resta la riforma delle riforme per sbloccare il Paese", su fronti come le semplificazioni "si avanza ma troppo adagio".
"TROPPE TASSE E CATTIVE TASSE". Di fonte ad un sistema "oppressivo" Boccia pensa ad "un grande scambio": semplificazioni e aliquote più basse in cambio di una rinuncia alla "moltitudine di trattamenti privilegiati".
IL SUD. Salernitano, Boccia dice: "il nostro Mezzogiorno non ha bisogno di politiche speciali, piuttosto di politiche più intense ma uguali a quelle necessarie per il resto del Paese".
SOLE24ORE e LUISS. Del gruppo editoriale di Confindustria va rafforzata "l'indipendenza economica", "definendo la mission e presidiando il rispetto della linea editoriale nell'autonomia totale dei giornalisti". L'Università va ancora sostenuta "nei suoi programmi per l'eccellenza accademica e lo sviluppo internazionale".
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