Economia

Fmi, Padoan: "Sulle stime vedremo chi ha ragione"

Il ministro dell'Economia a New York: "'Banche Italia oggi piu' forti. Brexit sarebbe una tragedia"

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan

Redazione Ansa

Il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime dell'Italia? Pier Carlo Padoan non fa una piega. E con calma spiega: "Sono stime diverse dalla nostre. Vedremo alla fine chi avra' ragione". Comunque - tiene a precisare - "noi sulle previsioni abbiamo un tasso di errore molto basso".

Avra' modo di spiegarlo nelle prossime ore a Washington, dove insieme al governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, partecipera' agli incontri di primavera del Fondo monetario.

Intanto, arrivato a New York, il ministro dell'Economia tiene una lezione alla Columbia University. Tema: il contributo che l'Europa puo' dare alla stabilita' globale e alla crescita economica. E mette in guardia dalle minacce rappresentate dalla crisi dei rifugiati, dal terrorismo e dall'ipotesi di uscita del Regno Unito dalla Ue : "La Brexit sarebbe una tragedia - ammonisce - non solo per Gran Bretagna. Un passo verso la disintegrazione europea, come lo sarebbe l'abolizione del trattato di Schengen".

In Europa per Padoan uno dei problemi centrali e' la "insufficiente fiducia reciproca". I Paesi Ue non si fidano l'uno dell'altro - spiega a una platea piena di docenti e studenti - e questo porta a delle posizioni che minano le radici del progetto europeo. Basti pensare - ricorda - alla situazione dei migranti. Mentre e' proprio sulla fiducia reciproca - afferma - che i Paesi del Vecchio Continente devono puntare se si vogliono realizzare progetti ambiziosi, ascoltando sempre di piu' la voce dei cittadini.

Padoan sottolinea come sia proprio questo il messaggio che l'Italia porta avanti a Bruxelles. E parla anche del contributo che il nostro Paese puo' dare alla costruzione europea ed alla ripresa economica. "Siamo tornati a crescere - evidenzia - la disoccupazione e' in calo, anche quella giovanile. Si tratta di dati incoraggianti, anche se - ammette - non ancora del tutto soddisfacenti, insufficienti".

Ma l'impegno del governo Renzi - ribadisce - e' quello di andare avanti sulla strada delle riforme. E soffermandosi in particolare su quelle istituzionali, parla di "passaggio epocale", perche' si tratta di riforme "che non solo cambiano il modo di governare il Paese, ma che hanno anche un impatto economico". E poi le banche. Padoan sottolinea lo sforzo dell'Italia nel rafforzare il sistema. "Potremo vedere della volatilita' - spiega - ma stiamo andando nella direzione giusta". Certo - ricorda - sulle banche pesa "un grande ammontare di crediti deteriorati", circa 200 miliardi. Ma non c'e' da stupirsi: questo e' il risultato di una profonda recessione dalla quale ora il Paese e' uscito. Alla fine cita anche il "Yes we can" di obamiana memoria, per dire che l'Europa ce la puo' fare: se mettera' da parte gli egoismi e capira' che per risolvere problemi globali non ci si puo' affidare a soluzioni solo nazionali. Ecco allora la necessita' di abbandonare ogni resistenza residua verso la realizzazione dell'unione bancaria e dell'unione dei mercati dei capitali. E arrivare anche alla creazione della figura di un ministro delle finanze europee in grado anche di mobilitare in maniera piu' rapida ed efficace le risorse per affrontare e risolvere le crisi.

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