Le banche centrali hanno esaurito l'arsenale e ora tocca ai governi, è il ragionamento di molti economisti. Ma per la Bce di Mario Draghi potrebbe non essere necessariamente così, anche se sull'efficacia futura dei suoi interventi il giudizio è ancora aperto.
- TASSI NEGATIVI. A più riprese Draghi ha detto che i tassi erano al limite. poi sono scesi ancora. Anche lo scorso marzo, quando il tasso principale era sceso allo zero e quello sui depositi a -0,40%, Draghi aveva ipotizzato altri tagli solo in circostanze "estreme". Salvo ripensarci: i tassi resteranno dove sono o scenderanno ancora almeno fino a tutto il 2017, ha detto. Ma quanto possono scendere? Il limite non è chiaro (le banche centrali di mezzo mondo, alle prese con la deflazione, ammettono di essere in "territori inesplorati").
In teoria la Bce potrebbe seguire la Danimarca o la Svizzera, a -0,75%. I limiti politici e soprattutto l'impatto sui bilanci bancari suggeriscono che si fermerà molto prima, anche se JpMorgan ipotizza che Francoforte potrebbe raggiungere il -4,5% con tagli selettivi solo sui depositi delle banche più ricche di liquidità. Quanto al tasso principale, a zero, la maggioranza degli economisti ritiene che sia al limite. Ma c'è chi non esclude un -0,5%.
- ACQUISTI BOND. Salito a 80 miliardi di euro al mese, il quantitative easing della Bce, che acquista prevalentemente debito pubblico e altre obbligazioni, si appresta a superare i 2.000 miliardi di euro. Ma se la Bce volesse seguire la Fed quadruplicando il suo bilancio, c'è spazio per andare oltre. In molti modi: il primo, su cui puntano in molti sui mercati, è estendere ulteriormente la durata del Qe (che ad oggi scade a marzo 2017): già si scommette sul settembre 2017. Un quarto dei principali economisti è convinto che Draghi supererà la soglia degli 80 miliardi mensili, altri credono che per aumentare l'efficacia la Bce finirà per rinunciare alla 'capital key', il meccanismo che impone acquisti proporzionali alla quota di ciascun Paese nel capitale della Bce.
- HELICOPTER MONEY. Sarebbe la scelta più estrema, pompare moneta non nelle banche ma nel portafoglio delle famiglie e nei bilanci delle imprese. Un'ipotesi di scuola (formulata dal Nobel Milton Friedman), per molti è il vero 'game changer'. Ma Draghi, che l'ha definita interessante, ha specificato che alla Bce "non ne abbiamo mai discusso".
Tassi giù e shopping debito, le armi rimaste a Bce
Fin dove può spingersi Draghi nell'era della deflazione