Le buste arancioni, con la previsione della pensione futura, sono in arrivo ed entro la settimana saranno 150mila gli italiani a riceverla a domicilio. Ma la platea che l'Inps ha l'obiettivo di raggiungere conta oggi circa 12 milioni di italiani, tutti contribuenti dell'Istituto nazionale di previdenza ancora senza Pin, la password necessaria per accedere al servizio online che già da tempo consente di fare simulazioni su assegno ed età di uscita.
Tra i non digitalizzati una buona fetta è sotto i quaranta anni (42%), oltre cinque milioni, mentre un quarto è over50 (precisamente il 24%). Il fatto che ci siano tanti giovani tra gli sprovvisti di Pin Inps si spiega con il basso interesse all'assegno pensionistico da parte di chi è più lontano al suo raggiungimento, magari non solo per motivi di età ma anche per le difficoltà incontrate sul lavoro. I giovani sono però anche la categoria più vulnerabile, tra crisi e nuove regole, rischiano di avere gli importi e, soprattutto, le finestre d'uscita più penalizzati.
La distribuzione territoriale della platea dei potenziali destinatati della busta arancione invece riflette la mappa dell'occupazione: 54% al Nord, 24% al Centro e 23% al Sud. Non a caso nella lettera, firmata dal presidente dell'Inps Tito Boeri, ampio spazio, praticamente l'intera prima pagina, è dedicata a Spid, il sistema pubblico dell'identità digitale, nato per rimpiazzare tutti i diversi Pin finora esistenti. D'altra parte nella versione cartacea è visibile solo la simulazione standard, basata su un Pil e una retribuzione in crescita dell'1,5% e sull'assenza di periodi di disoccupazione o comunque mancato versamento di contributi. Per avere proiezioni su scenari migliori e peggiori, quindi un'informazione più ricca, bisogna necessariamente attivare il servizio via web. Il tam tam innescato dall'invio delle prime buste arancioni potrebbe ridurre mese dopo mese il numero dei non digitalizzati (ricordando che comunque sono muniti di password 18,5 milioni di italiani). Intanto l'Inps ha predisposto l'invio di 7 milioni di lettere entro l'anno e anche un sistema per arrivare ai dipendenti pubblici (tramite cedolino). Una volta che le buste arancioni saranno state lette e 'digerite' ci sarà da capire il loro effetto.
L'Istituto guidato da Boeri ha già scandagliato le opinioni di chi ha fatto uso del servizio online (attivo da quasi un anno per circa 9milioni di accessi), rilevando come alla domanda 'pensi di rivedere le tue previsioni sulla pensione futura' circa il 79% degli under30 abbia risposto 'abbastanza', 'molto' o 'estremamente'. La quota scende, pur mantenendosi elevata (attorno al 64%), tra chi è più avanti con l'età. Tanto per avere un termine di paragone, Il fac simile in circolazione della busta arancione racconta della storia di un lavoratore dipendente, nato probabilmente nel '69, che ha iniziato a versare contributi con continuità dal 2002: potrà uscire a luglio del 2038 con un assegno lordo di circa 1.900 euro (dai quasi 3 mila della busta paga).
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