Economia

Istat, aumenti delle retribuzioni mai così bassi dal 1982

Ad aprile nuovo minimo storico

Una manifestazione dei dipendenti pubblici in una immagine di archivio

Redazione Ansa

L'aumento tendenziale delle retribuzioni contrattuali orarie dello 0,6% ad aprile è il più basso registrato dall'Istat in 34 anni di serie storiche, iniziate nel 1982. E' quanto si apprende dall'istituto di statistica. Il valore minimo precedente era stato toccato a gennaio (+0,7%).

Ad aprile l'indice Istat delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dello 0,6% nei confronti di aprile 2015. Complessivamente, nei primi quattro mesi del 2016 la retribuzione oraria media è cresciuta dello 0,7% rispetto al corrispondente periodo del 2015. Con riferimento ai principali macrosettori, ad aprile le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dello 0,8% per i dipendenti del settore privato (0,7% nell'industria e 0,8% nei servizi privati) e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione a causa del blocco della contrattazione. I settori che ad aprile presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: tessili, abbigliamento e lavorazione pelli (3,4%); energia elettrica e gas (1,9%). Si registrano variazioni nulle nei settori della metalmeccanica, delle telecomunicazioni e in tutti i comparti della pubblica amministrazione.

Aumenta l'attesa media per il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro e raggiunge il periodo più lungo rilevato dall'Istat dall'inizio di queste serie storiche, nel 2005. Calcolata sull'insieme dei dipendenti, l'attesa ad aprile supera i due anni (24,3 mesi) in crescita dai 20,5 mesi del 2015. Nel solo settore privato il dato cala a 9,1 mesi, mentre il pubblico impiego sconta il blocco della contrattazione. La quota di dipendenti in attesa di rinnovo nell'insieme dell'economia è pari al 64,1%, in aumento rispetto al mese precedente (59,2%). Complessivamente i contratti scaduti sono 52 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 8,3 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).

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