Panico sulle Borse nel giorno della Brexit : Piazza Affari chiude con l'indice Ftse Mib in caduta del 12,48% a 15.723 punti, sotto soglia 16.000. E' il maggior calo mai registrato a Milano, superiore anche al calo del 7,57% che si è avuto l'11 settembre 2001 dopo l'attacco alle Torri Gemelle. E il tonfo registrato a Milano manda in fumo quasi 61 miliardi di euro.Il listino infatti alla vigilia dell'esito del referendum sulla Brexit capitalizzava 488.725 milioni. Con la caduta dell'indice Ftse Mib del 12,48% (per il Ftse All Share il calo è stato poco minore e pari all'11,75%) si sono persi 61 miliardi in termini di valore.
A picco anche tutte le altre piazze: Londra, epicentro del terremoto Brexit per i mercati, ha chiuso con l'indice Ftse 100 in calo del 3,15% a 6.138 punti; Parigi ha terminato la seduta con un tonfo dell' indice Cac dell'8,04% a 4.106 punti; a Francoforte l'indice Dax è scivolato in chiusura a 9.557 punti: la perdita della seduta è del 6,82 per cento; Madrid: l'indice Ibex lascia sul terreno il 12,35% a 7.787 punti.
L'uscita del Regno Unito dalla Ue costa alle borse europee oltre 637 miliardi di euro. A tanto ammonta la capitalizzazione bruciata, nel venerdì nero dopo l'esito del referendum sulla Brexit, se si guarda al calo dello Stoxx Europe 600. L'indice, che comprende 600 società quotate sui mercati di 18 Paesi del Vecchio Continente, ha perso in una sola seduta l'8,62% mandando in fumo una bella fetta della capitalizzazione della vigilia (7.394 miliardi di euro giovedì)
Profondo rosso anche per Wall Street - Per la Borsa di New York e' stata la peggior giornata dal 2011, col Dj che ha perso 600 punti (-3,39%) a 17.400,27 punti. Male anche il Nasdaq che cede il 4,12% a 4.707,98 punti e l'indice S&P500 che perde il 3,60% a 2.037,31 punti.
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Brusche oscillazioni degli spread dopo l'ufficializzazione della Brexit. Il differenziale tra Btp e Bund è schizzato fino a 191 punti base per poi ripiegare sotto quota 170 a 165 punti. Il divario tra i decennali di Spagna e Germania ha sfiorato i 200 punti base e ora si è ridotto a 173 punti.
E la Brexit innesca la corsa ai beni rifugio, con una pioggia di acquisti sui Bund che fa crollare il tasso del 10 anni tedesco al minimo storico di -0,17%. Il rendimento del decennale tedesco è poi risalito a -0,14%.
Borsa Tokyo, peggior tonfo da aprile 2000 - Il tonfo di oggi della Borsa di Tokyo è il peggiore da aprile 2000 e l'ottavo di sempre, più pesante delle perdite legate al default di Lemhan Brothers e al devastante sisma/tsunami del 2011: in una sola seduta, con il panico scatenato dalla Brexit, il Nikkei ha bruciato 1.286,33 punti (-7,92%), crollando a quota 14.952,02, ai minimi del 2016 e degli ultimi 20 mesi.
Banca Svizzera interviene a difesa franco - La Banca centrale della Svizzera (Snb) è intervenuta sul mercato valutario per stabilizzare il franco svizzero, finito sotto pressione dopo la Brexit. In un comunicato la Snb spiega che dopo l'esito del referendum in Gran Bretagna, "il franco svizzero è finito sotto pressioni rialziste" e "la Banca centrale svizzera è intervenuta sul mercato per stabilizzare la situazione e rimarrà attiva sul mercato".
Borsa di Mosca apre in forte calo, rublo giù - Il MICEX, l'indice denominato in rubli sulla borsa di Mosca, e il RTS, il corrispettivo in dollari, sono in calo rispettivamente del 3,5% e del 2,9% in seguito ai risultati del referendum britannico. Anche il rublo si è deprezzato fortemente nei confronti del dollaro tornando sopra quota 66 punti.
La sorpresa è stata forte e i crolli sui mercati proporzionati: nelle ore dello spoglio del referendum in Gran Bretagna i listini sono crollati (sterlina -10%, la Borsa di Tokyo ha toccato punte di calo dell'8%, i futures sull'avvio della Borsa di Londra sono arrivati a cedere il 9%), mentre i beni rifugio (oro e derivati sui titoli di Stato Usa) stanno ovviamente correndo. Il mercato azionario di Tokyo - che ha applicato il 'circuit breaker' per inibire le funzioni di immissione e modifica degli ordini limitando i ribassi troppo elevati - è il listino borsistico aperto durante lo spoglio del voto che ha accusato maggiormente il colpo, arrivando a perdere con l'indice Nikkei fino all'8,17%, lasciando sul terreno oltre 1.300 punti.
Hong Kong scende oltre il 4%, con Seul, Sidney e Mumbai che cedono più del 3%. Meno accentuati (attorno ai due punti percentuali) i cali di Singapore, Bangkok e Jakarta, mentre anche le Borse cinesi - che in un primo momento hanno provato a tenere - dopo la la pausa di metà seduta raddoppiano le perdite: Shanghai perde scende di oltre il 2% e Shenzhen più del 3%.
Peggio va sui mercati valutari: la sterlina sta lasciando sul terreno oltre il 10% contro il dollaro, mentre la moneta virtuale Bitcoin sale del 5%. Intanto il petrolio è in calo e cede oltre il 6% a 47 dollari per il barile Wti mentre il Brent perde poco meno (il 5,95%) a 47,88 dollari. Corre ovviamente l'oro, considerato il bene rifugio per eccellenza: le sue quotazioni - forti da giorni - salgono del 7,8% ai massimi dal 2008.