MODENA - Avanza l'acquisizione delle 3 good bank (Etruria, Marche, Carichieti) da parte di Ubi con l'accordo di massima per l'acquisizione, da parte di Atlante II, di 2,2 miliardi di euro di crediti deteriorati sofferenze a un valore del 32-33% rispetto al nominale. Un prezzo allineato a quanto Quaestio aveva annunciato in passato con un investimento per un massimo di 515 milioni al netto di almeno 200 milioni di finanziamento e che, se incastra un ulteriore e necessario tassello nell'operazione di Ubi per acquisire i tre istituti, è meno certo che contribuisca a dare quella famosa spinta al mercato degli Npl in Italia.
"Atlante II, spiega il comunicato, prevede di ottenere un rendimento interessante per il fondo e al contempo, grazie al suo intervento, rende possibile la cessione delle tre good bank a Ubi Banca, risolvendo una delle principali criticità del sistema bancario italiano".
Sullo sfondo resta ancora la Carife. Sull'istituto "c'è un confronto con il fondo di risoluzione e gli advisor, speriamo che sia breve e che si trovi il modo per chiudere la partita" spiega l'a.d della Bper Alessandro Vandelli secondo cui "il tema è condividere l'esame della situazione delle banche e realizzare quanto già iniziato da Carife e che non ha ancora finalizzato ossia la riduzione del personale e gli npl: queste cose devono essere fatte", Di certo quello degli Npl resta uno dei temi centrali. Non a caso il congresso Assiom-Forex, dove sabato interverrà il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco, ha iniziato i suoi lavori con un focus sull'argomento. I crediti deteriorati infatti, se da un lato sono una montagna da ridurre con effetti negativi sul capitale, possono rappresentare una opportunità in tempi di margini risicati a patto che vengano gestiti con strutture interne.
Al congresso di Modena così Massimo Marchesi, della Direzione Generale Stabilità Finanziaria, Servizi Finanziari e Unione dei Mercati dei Capitali della Commissione Europea pur parlando 'a titolo personale' sprona le banche italiane ad agire di più e più in fretta sul calo degli Npl (crediti deteriorati) la cui massa frena gli istituti nel "rifocalizzarsi sulla funzione di accompagnare quelle medie aziende che possono e devono crescere". "Non è possibile non fare niente" sperando che "magicamente con la ripresa economica, il fenomeno si risolve".
Una tesi cui non crede il direttore generale dell'Abi Giovanni Sabatini secondo cui "l'Italia ha sofferto un calo del Pil del 10%'' e leggendo le analisi economiche pesa di più, sull'andamento dell'economia, la "caduta degli investimenti" che lo stock dei crediti deteriorati. Anche il vicepresidente di Prometeia, Giuseppe Lusignani, contesta la correlazione fra Npl e credito avvisando però come nei prossimi anni le banche italiane sconteranno ancora un rendimento troppo basso per remunerare i capitale e quindi si imporrano nuove misure. Tesi condivisa dal dg di Banco-Bpm Maurizio Faroni: "sono state prese misure" incisive ma occorrono più sforzi perchè purtroppo "non sono stati sufficienti" e il rialzo dei tassi beneficerà gli istituti solo nel medio lungo periodo.
E infine le due popolari venete. Si attestano tra i 20 e i 25 mila i soci dalla Popolare di Vicenza e di Veneto Banca che hanno già firmato l'offerta transattiva dei due istituti per chiudere il contenzioso legato al crollo del valore delle azioni. Tra i soci contattati dalle banche il 30% circa ha già firmato, il 66% ha manifestato interesse senza impegnarsi mentre solo il 4% ha opposto un rifiuto. (ANSA).
Ad Atlante 2,2 mld di Npl delle good bank, avanza Ubi
Bper spera chiusura a breve Carife. A Forex confronto su crediti