In Italia sul mercato del lavoro "c'è una penalizzazione forte delle donne quando diventano madri: il 20 per cento delle donne lavoratrici due anni dopo la nascita del primo figlio non lavora più. Per chi continua a lavorare c'è una perdita reddituale del 15 per cento circa".
Il presidente dell'Inps ha spiegato che l'utilizzo del lavoro agile nelle imprese e nelle pubbliche amministrazioni "corrisponde alle esigenze di garantire pari opportunità, ma può servire anche per alcune criticità che frenano la crescita. Come ad esempio la bassa partecipazione al mercato del lavoro delle madri". Questo, ha aggiunto, è un fatto "insostenibile per il Paese anche per un problema di crescita perché potenziale capitale umano molto forte va sprecato e il lavoro agile può rispondere a un'esigenza di una maggiore conciliazione, senza penalizzare le aspirazioni di crescita di carriera. Noi ci crediamo molto". Un secondo problema strutturale che il lavoro agile può affrontare "è il mismatch, cioè il pessimo incontro tra domanda e offerta di competenze. Si stima che migliorando questo incontro potremmo colmare il divario della crescita tra l'Italia e altri Paesi della zona Euro", ha concluso.