L'Agenzia europea del farmaco non arriva a Milano. E il sorteggio beffa di Bruxelles provoca una delusione bipartisan, espressa sia dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, sia dal sindaco Giuseppe Sala. Che non hanno mosso rimproveri alla candidatura italiana, contrassegnata da una sintonia istituzionale a tutti i livelli: "Abbiamo fatto tutto il possibile, eravamo prontissimi", hanno detto durante una conferenza stampa al Pirellone, il palazzo che era candidato a ospitare la sede dell'Ema. Se un pesante rilievo hanno voluto muovere, entrambi lo hanno fatto sul metodo con cui è stato deciso il ballottaggio fra Milano e Amsterdam: il sorteggio appunto.
Per Sala, "è veramente un po' assurdo essere esclusi perché si pesca da un bussolotto: tutto regolare ma non normale". Un metodo "triste" anche per il leghista Maroni, che con il sindaco di centrosinistra ha condiviso un dubbio: che il pareggio alla terza votazione sia frutto di alchimie politiche.
"E' il paradigma di un'Europa - ha attaccato il governatore lombardo - che non sa decidere, bisogna che se ne ripensi la governance". Una posizione che vede schierati fra i tanti Patrizia Toia, capo-delegazione del Pd al Parlamento europeo, secondo la quale fare il sorteggio è stato "sbagliato". E Viviana Beccalossi, assessore di Fratelli d'Italia, che ha ironizzato su un'Europa che si affida al caso per una decisione così importante e poi "fa le pulci sulla misura delle zucchine e la larghezza delle vongole".
Per il consigliere M5S Stefano Buffagni, invece, essere arrivati al sorteggio ha una sola motivazione: "L'inconsistenza politica" del Governo italiano in Europa. L'attacco più forte all'Ue è stato sferrato anche in questa occasione dal partito di Maroni, la Lega Nord.
"E' pazzesco - ha tuonato il segretario Matteo Salvini nell'imminenza della campagna elettorale per le politiche - che una scelta che riguarda migliaia di posti di lavoro e due miliardi di indotto economico venga presa in Europa tramite sorteggio. Prioritario per il prossimo nostro governo sarà ridiscutere i 17 miliardi all'anno che gli italiani versano a Bruxelles". "Assurdo e incommentabile sciacallaggio - gli ha replicato il sottosegretario agli Esteri, Benedetto della Vedova -: Salvini pensa di lucrare elettoralmente minacciando in modo grottesco l'Unione Europea, ma le regole erano note".
Nessuna festa, dunque, al Pirellone. Si era ipotizzato anche di accendere la facciata del grattacielo di 31 piani disegnato negli anni del boom da Gio Ponti, ma si è finiti per prendere atto di un risultato che scontenta tutti. Passata la delusione, sia per il governatore Maroni sia per il sindaco Sala, che hanno ringraziato il governo Gentiloni per averci messo la faccia, resta una certezza: il ruolo guida dell'economia lombarda e milanese non è messo in discussione dalla sconfitta.
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