Addio scioperi a raffica di metro e bus. Molto presto la 'tregua' tra un'agitazione e l'altra dovrà essere di almeno 20 giorni e gli utenti dovranno essere informati sui rischi che corrono realmente di non riuscire a prendere i mezzi pubblici in caso di stop.
Dopo molti mesi di discussione le parti sono finalmente arrivate a un accordo, nel complesso accolto dalla Commissione, che però ha deciso di inserire anche alcuni importanti elementi di novità. La prima è proprio quella del raddoppio dell'intervallo tra un'agitazione e l'altra, portato da 10 a 20 giorni per garantire "i diritti degli utenti" e "riequilibrare l'eccessiva compromissione del godimento dei diritto dei cittadini alla libertà di circolazione". Una novità, questa, che non potrà che ridurre il numero di agitazioni, come ha spiegato Santoro in un'intervista al Messaggero: "Si asciugherà - ha spiegato - il fenomeno delle agitazioni che quasi sempre vengono indette da sindacati con pochi iscritti". La nuova norma, attacca però Antonio Piras (Fit-Cisl), potrebbe rivelarsi un boomerang: "Non agisce sulle cause dei problemi ma sugli effetti", quindi "non dimezzerà gli scioperi ma inasprirà il conflitto. Molto probabilmente il sentimento di disagio che scaturirà fra i lavoratori del settore farà nascere ancora nuovi sindacati". Critiche arrivano anche da Cgil e Filt, secondo cui è stata scelta la strada della "censura e dell'imposizione" e che non si può pensare che "un semplice calcolo ragionieristico possa mettere freno ad un complicato argomento di discipline giuridiche e costituzionali". La seconda novità è quella relativa alle informazioni che le aziende coinvolte in uno sciopero dovranno dare agli utenti: in particolare, dovranno fornire i dati sull'adesione alle ultime agitazioni delle sigle sindacali che hanno indetto lo stop, per far capire quali reali rischi i cittadini corrano di non riuscire a prendere il bus o la metro.