Il ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli a 'In Onda' ha sostenuto di aver ricevuto una da Aiscat (l'Associazione delle Società Concessionarie Autostradali) "una diffida" che una pubblicazione degli atti delle concessioni poteva configurare "il reato di aggiotaggio". Toninelli ha anche detto che "alcuni dirigenti del ministero, che come voi fanno famiglia, temevano di finire in mezzo a una strada".
L'Aiscat dal canto suo "smentisce categoricamente le affermazioni del ministro delle infrastrutture Danilo Toninelli in merito alle presunte pressioni che, secondo il ministro sarebbero state effettuate dall'associazione stessa a non pubblicare gli atti delle concessioni". Il ministro aveva parlato, ieri sera alla trasmissione 'in Onda' su La 7, di una diffida dell'Aiscat a pubblicare gli atti in quanto potevano configurare il reato di aggiotaggio. "Unico contatto con il ministro - prosegue Aiscat - è stata la richiesta di disponibilità di date per l'annuale assemblea dell'associazione".
"Aiscat - twitta il ministro - è smentita dai fatti. Ecco prova delle "cortesi" pressioni per dissuadere il ministero dal pubblicare gli atti delle convenzioni. Sono parole che ovviamente hanno influenzato le strutture anche sotto la mia gestione. Ma carta canta e le bugie hanno le gambe corte". Così il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli in un tweet che riproduce i passaggi delle due lettere risalenti, rispettivamente all'11 gennaio e al 7 marzo 2018, nelle quali l'Aiscat sostiene le propria contrarietà alla pubblicazione degli allegati delle concessioni.
Sensori a ponte, sfollati torneranno a casa qualche ora - Cercare certezze per il futuro riuniti nel campo sportivo della parrocchia. E' il destino degli sfollati di ponte Morandi. Sono in 400 a rispondere all'adunata del Comitato degli sfollati per fare il punto dopo l'incontro avuto con il governatore Giovanni Toti e il sindaco Marco Bucci. Incontro seguito alla protesta in cui una delegazione dei senza casa aveva gridato in Consiglio regionale "Rispetto, rispetto". Qui provano a cercare una normalità, si fanno forza uno con l'altro, si trasmettono speranza. Gli sfollati di via Porro e via Fillak - che in tutto sono 556, provenienti da 255 nuclei familiari, per 88 dei quali è stata trovata una sistemazione - cercano certezze riuniti nel campo da pallone della parrocchia di San Bartolomeo della Certosa. E' la terza volta che lo fanno. Ascoltano gli amministratori. Sono come un Giano bifronte, sospeso tra passato e futuro. Ma l'assemblea si illumina e parte un applauso quando uno dei leader degli sfollati annuncia che "da domani (oggi, ndr) ci saranno i sensori sul ponte e questo ci permetterà magari di entrare nelle case tra qualche giorno per qualche ora". E lo conferma il ministro Toninelli: "Ci sono buone possibilità" che gli sfollati "possano rientrare per qualche ora" nelle loro case. Entro novembre, tutti potranno avere una casa, ha detto il ministro che poi è tornato sulla pubblicazione da parte del Mit della concessione, rivelando di aver ricevuto una diffida da Aiscat che paventava il reato di aggiotaggio; su questo, precisa Toninelli, ha avuto un parere dell'Anac. "Restiamo compatti e avremo tutti lo stesso risarcimento in base ai metri quadri - dice il portavoce del comitato Franco Ravera che ha dovuto limare i contrasti di ieri prima e durante il consiglio congiunto - ricordiamoci che il nostro interlocutore è Autostrade. E' un percorso a ostacoli ma noi siamo dei maratoneti". Il comitato chiede di essere informato sempre, chiede copia del piano di demolizione, certezze sui risarcimenti e una seconda erogazione di contributi per fronteggiare le spese. All'assemblea partecipano gli assessori comunali al bilancio Pietro Piciocchi e quello alle politiche educative Francesca Fassio e gli assessori regionali all'urbanistica Marco Scajola e all'educazione Ilaria Cavo. Le esigenze delle persone presenti sono diverse: chi cerca un asilo nido, chi una casa per cinque persone e due cani, chi informazioni su come avere rimborsi sulle rate del mutuo pagate negli ultimi due mesi. Ma è agli affetti e a quello che è restato in casa che tutti tornano, sperando di entrare presto visto che domani partono i monitoraggi della commissione tecnica degli enti locali sul moncone di levante. "Di notte ripenso come in un film alle cose che devo recuperare - dice Mimma Certo, pensionata - Penso a quei pochi minuti che potrò rivedere tutto e riprendermi pezzi della mia storia". "Mio padre ha lavorato una vita per comprarsi la casa di 100 metri quadri con trattenute sullo stipendio di ferroviere - si sfoga Marco Alloisio, 62 anni, che viveva in via Porro da 55 anni - Allora il ponte non c'era, poi lo hanno costruito togliendoci la luce. Per decenni abbiamo subito le angherie di Autostrade con notti insonni per i lavori in corso. Ora rischio di andare a vivere in un monolocale". Alloisio elenca quello che vorrebbe riprendere a casa sua: "opere e disegni, i certificati di tre lauree, stoffe dei teatri lirici dove ho lavorato e le coppe di ginnastica artistica". Poi fa una pausa e aggiunge "ci sono anche le urne di mia mamma e mio papà". "Sono incinta al settimo mese, vivo col mio compagno ma risulto single e mi danno solo 400 euro al mese per l'affitto - dice al megafono Alina Dyedova fasciata in un vestito che mette in risalto il suo pancione - A mia figlia che nasce tra due mesi che residenza darò?".