Lo stabilimento siderurgico più grande del mondo, ma anche tanti problemi e difficoltà. E' il gruppo Ilva, il gigante malato d'Europa che spera negli investimenti di ArcelorMittal per un indispensabile rilancio.
Nato nel 1905 come Società anonima Ilva, il gruppo ha attraversato oltre un secolo tra periodi di grande espansione (in particolare negli anni del boom economico) e di forti criticità, come la grande crisi dell'acciaio negli anni '70.
Oggi il gruppo, che ha bisogno di ingenti investimenti sia per la messa a norma da un punto di vista ambientale che per il rinnovo degli impianti e il rilancio della produzione, conta circa 14mila addetti distribuiti in quattro stabilimenti principali (Taranto, l'acciaieria più grande d'Europa con 11mila lavoratori, Genova, Novi Ligure e Paderno Dugnano). Con una capacità produttiva pari a 8 milioni di tonnellate, nel 2016 ha registrato un fatturato di 2,2 miliardi di euro, ma un ebitda negativo, seppure in miglioramento rispetto all'anno precedente, per 220 milioni. E' attiva nei settori dell'automotive, costruzioni, energia, elettrodomestici, packaging e trasporti.
Dal gennaio 2015, in qualità di impresa strategica d'interesse nazionale, è entrata nel regime di amministrazione straordinaria riservato alle grandi imprese ed è guidata da un collegio composto da Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba.
I numeri dell'Ilva, gigante malato d'Europa
Oltre 100 anni di storia, 14mila dipendenti, 4 stabilimenti