Tensione nella maggioranza sul dossier Alitalia mentre le Ferrovie si fanno avanti con una manifestazione di interesse sulla compagnia.
La mossa di Fs - FS Italiane "ha presentato oggi pomeriggio una manifestazione di interesse per Alitalia. Tale manifestazione, necessaria per analizzare al meglio il dossier relativo all'azienda, non è in questa fase vincolante". Lo si legge in una nota.
Lo scontro sull'ingresso del Mef - "Io penso che delle cose che fa il Tesoro debba parlarne il ministro dell'Economia. Io non ne ho parlato". Così il ministro dell'Economia e delle Finanze Giovanni Tria, in merito all'ipotesi di ingresso del Mef nel capitale di Alitalia così come affermato dal vicepremier e ministro Luigi Di Maio. In un'intervista in apertura di prima pagina al Sole 24 Ore, il vicepremier e ministro dello Sviluppo, in merito al rilancio di Alitalia, ha parlato di una "newco dalla dotazione iniziale tra 1,5 e 2 miliardi, partecipata intorno al 15% dal ministero dell'Economia, grazie alla conversione in equity di parte del prestito-ponte da 900 milioni concesso dal precedente governo" e per il resto "da Ferrovie e da un importante partner tecnico internazionale". "Arriveremo alla scadenza del 31 ottobre con una manifestazione di interesse con offerta vincolante o comunque con una manifestazione di interesse seria e concreta. Vogliamo consentire ad Alitalia non solo di ripartire, ma di renderla strategica nell'offerta turistica italiana". Il piano prevede inoltre un'altra società dedicata al noleggio e all'acquisto dei velivoli, che potrebbe essere finanziata da Cdp. In serata Di Maio puntualizza: 'Nel contratto di governo abbiamo previsto l'ingresso dello Stato attraverso soldi che già sono in Alitalia. Così si andrà avanti, senza scontri, perché siamo d'accordo come ministri e come forze politiche e perché il presidente del Consiglio sostiene questa ipotesi. Avremo tutto il modo di arrivare all'obiettivo senza nessun tipo di scontro o di controversie".
"Il dossier è delle mani del ministro Di Maio, ci siamo aggiornati - ha detto poi il premier Giuseppe Conte -, dobbiamo assolutamente fornire una soluzione e fare sistema, creare sinergie con le Ferrovie dello Stato perché il trasporto aereo e quello ferroviario non possono essere sganciati, abbiamo allo studio una newco e confidiamo a breve di realizzarla".
"Oggi la competitività dell'impresa turistica è affidata alla possibilità di raggiungere le mete a costi accessibili e orari intelligenti. L'ingresso di Ferrovie" in Alitalia, "in questo senso, permetterebbe ad esempio di lavorare al biglietto unico treno-aereo: un turista, quando arriva in Italia, potrebbe spostarsi in tutto il Paese", ha spiegato in una nota Conte. "L'Italia è un'industria straordinaria per il turismo e per valorizzarla vogliamo rendere efficiente e attrattivo il sistema di trasporto", aggiunge. "C'è massimo impegno da parte del governo per rilanciare Alitalia e il suo ruolo strategico per l'offerta del turismo in Italia. So che il vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio sta facendo un ottimo lavoro per il rilancio di Alitalia: creare una partnership tra Fs e uno o più aziende partecipate dello Stato va in questa direzione", ha sottolineato il premier.
E Di Maio al termine dell'incontro al Mise con i sindacati Alitalia ha detto che "entro il 31 ottobre deve arrivare un'offerta vincolante e il nostro obiettivo è rispettare quella data". "Stiamo parlando di un progetto ambizioso - ha aggiunto - che tende non a salvare ma a rilanciare Alitalia".
Il governo è "compatto" sul dossier Alitalia, hanno sottolineato fonti di Palazzo Chigi rimarcando come, sul rilancio del vettore, sia il premier Giuseppe Conte che i due vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio siano uniti nell'obiettivo che Alitalia sia la compagnia di bandiera italiana.
Per Alitalia "non immaginiamo uno Stato con una quota superiore al 15-20%: staremo in linea con le partecipazioni" che hanno altri Stati europei, ha ha detto il sottosegretario ai trasporti Armando Siri interpellato dall'ANSA, escludendo l'idea di arrivare al 51% come indicato in passato dal ministro Toninelli. "Potremo stare tra il 15-20%, l'importante è che ci sia un piano industriale sostenibile che dia prospettive per il futuro: non vogliamo soluzioni posticce, ma una soluzione seria e industriale".
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