Il declassamento dell'Italia, con la riduzione di un gradino del 'voto' di affidabilità sul debito italiano, avrà una diretta conseguenza sugli investimenti dei fondi esteri sui titoli italiani. Il mercato usa il rating come punto di riferimento in particolare per l'acquisto delle obbligazioni pubbliche. E, anche se il verdetto di Moody's era atteso e in gran parte considerato scontato dagli operatori, è facile prevedere un aumento anche del rendimento che lo Stato dovrà pagare per 'piazzare' i propri titoli agli investitori: possibile quindi un ulteriore aumento dello spread dei Btp rispetto a quello dei Bund tedeschi. Rimane poi l'attesa per il prossimo ''verdetto'' di Standard and Poor's atteso per il prossimo venerdì.
Ecco quali sono gli effetti del declassamento e dell'aumento dello spread registrato negli ultimi giorni.
BTP, CRESCONO I RENDIMENTI, I VECCHI VALGONO MENO: E' il primo effetto concreto legato alla riduzione del rating. I titoli di Stato vengono considerati meno affidabili: anche se si è ancora ad un livello nel quale l'investimento è consigliato, più ci si allontana dalla tripla A e più il governo dovrà sborsare come rendimento per convincere gli investitori a rimanere sui propri titoli. In concreto aumentano quindi i tassi e l'esborso che lo Stato deve programmare, con un effetto di ricaduta sui conti pubblici che già oggi scontano ogni anno circa 65 miliardi di spesa per interessi. Per chi ha già titoli di Stato in portafoglio, invece, non accade nulla se si attende la scadenza: se invece si ha la necessità di vendere in anticipo è necessario andare sul mercato secondario sul quale il valore nominale dei titoli già emessi (visto che hanno un tasso più basso di quelli ora in arrivo) diventa più basso. In pratica si rischia di perderci vendendoli - come si dice tecnicamente - "sotto la pari".
PRESTITI ALLE IMPRESE PIU' CARI: Il declassamento ha un effetto diretto anche sul rating delle banche italiane, che hanno nel loro portafoglio molti Btp e titoli di Stato. E' molto probabile che nei prossimi giorni, come è già accaduto in passato, Moody's possa declassare anche le banche italiane. In ogni caso il deprezzamento dei titoli di Stato posseduti ha un effetto sui conti degli istituti ed è chiara la necessità di trasferire gli effetti negativi sui clienti. Aumentano così i tassi applicati ai prestiti delle imprese ma anche le commissioni. L'effetto concreto è quello di una stretta sul credito che di fatto diventa più costoso e quindi più difficile da richiedere.
MUTUI, L'IMPATTO E' SUI NUOVI: In linea di principio i vecchi mutui non dovrebbero avere contraccolpi. Quelli a tasso fisso non cambiano e quelli a tasso variabile sono solitamente legati all'Euribor che non cambia. Ma certo, come nel caso dei prestiti alle imprese, anche i futuri mutui alle famiglie sconteranno maggiori costi dovuti al cambiamento del contesto economico in cui operano le banche. In pratica chi oggi acquista una casa dovrà mettere in conto di pagare tassi sui mutui più alti. In alcuni casi, comunque, gli aumenti dei tassi già sono stati applicati. Analogo è l'effetto sul credito al consumo.
AZIENDE PUBBLICHE E BORSA: Il declassamento del rating di un Paese ha un effetto quasi automatico sulle società controllate dallo Stato. Per loro sarà più difficile piazzare obbligazioni e, per le quotate, mantenere inalterato il valore delle azioni. Perdono sicuramente in competitività rispetto alle altre società che hanno meno costi per finanziarsi sul mercato.
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