L'economia italiana, dopo una fase di progressiva decelerazione, nel terzo trimestre "ha registrato un arretramento dei livelli di attività" (-0,1% congiunturale il Pil), determinato dalla "marcata contrazione degli investimenti e da una lieve flessione dei consumi". Lo rileva l'Istat nella Nota sull'andamento dell'economia italiana sottolineando che la domanda estera netta ha invece fornito un contributo positivo alla crescita del Pil.
La contrazione congiunturale del Pil in Italia nel terzo trimestre (-0,1% corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato) si confronta con un +0,2% registrato nello stesso periodo nell'area Euro. Si è interrotto il ciclo di crescita avviatosi nel 2015. La variazione congiunturale negativa degli investimenti (-1,1%), che segue la crescita registrata nel trimestre precedente (+2,8%), è stata determinata dalla robusta contrazione della spesa per impianti, macchinari e armamenti (-2,8% dopo il +6,9% del trimestre precedente). Gli investimenti in abitazioni e in fabbricati residenziali sono aumentati (rispettivamente +0,6% e +0,3%).
L'apporto positivo della domanda estera netta è stato determinato da un aumento delle esportazioni di beni e servizi (+1,1%) superiore a quello delle importazioni (+0,8%).
"L'occupazione - si legge nella Nota - si è mantenuta sui livelli dei mesi precedenti in presenza di una ricomposizione a favore dei dipendenti permanenti. L'aumento del tasso di disoccupazione è stato accompagnato da una riduzione degli inattivi".
L'inflazione al consumo si è confermata inferiore a quella della media dell'area euro ma "il vantaggio relativo si è ridotto". A novembre, l'indice del clima di fiducia dei consumatori (-1,7% il clima di fiducia delle famiglie) e l'indice composito del clima di fiducia delle imprese hanno entrambi segnato un peggioramento. L'indicatore anticipatore si è mantenuto su livelli contenuti, mostrando una stabilizzazione dopo le flessioni dei mesi precedenti.