Management sotto tiro per la bancarotta di Thomas Cook, lo storico tour operator britannico messo in liquidazione a partire da ieri per insolvenza, il cui blocco repentino delle attività ha provocato caos e disagi a centinaia di migliaia di clienti rimasti bloccati o in preda all'incertezza nei resort dei rispettivi pacchetti-vacanza. Il governo conservatore di Londra, mentre continua il rimpatrio dei turisti, ha infatti annunciato un'inchiesta in piena regola sui vertici aziendali, dopo che il premier, Boris Johnson, ne aveva messo in discussione i bonus milionari incassati negli anni.
L'inchiesta è stata affidata dalla ministra per le Attività Produttive, Andrea Leadsom, all'official receiver, l'ufficiale giudiziario incaricato dell'iter fallimentare, per verificare se l'operato dei responsabili abbia "causato nocumento ai creditori o ai fondi pensione" dei 22.000 dipendenti ora a rischio.
Il ministro dei Trasporti di Londra, Grant Shapps, ha da parte sua assicurato che il rimpatrio dei turisti costretti a tornare a casa o intenzionati a farlo in anticipo prosegue ormai "regolarmente", anche se non manca qualche residua lamentela.
Un ponte aereo di charter - senza precedenti per dimensione in tempi non di guerra - è stato messo in ogni modo a disposizione dei circa 155.000 britannici coinvolti, su un totale di quasi 600.000 clienti interessati dalla vicenda, stranieri compresi. Non tutti dovranno peraltro interrompere i soggiorni immediatamente, s'è appreso, mentre per le persone non residenti nel Regno Unito restano operativi almeno i servizi di alcune delle sussidiarie estere della casa madre: come quella tedesca, quella del Nord Europa e quelle cinese e indiana.
Sono 14.700 i turisti britannici rimpatriati fino ad ora, riferisce l'Ente britannico per l'aviazione civile, secondo quanto riportato da Sky news. Ulteriori 74 aerei charter saranno messi a disposizione oggi per riportare nel Regno Unito altri 16.500 britannici.