Expo 2020 Dubai è la prima Esposizione Universale della storia a svolgersi nel mondo arabo. Quando l'Italia ha deciso di partecipare si è posta l'obiettivo di essere un innovation hub, ovvero un'officina di collaborazione e innovazione con quella parte di mondo che va dal Nord Africa e Mediterraneo allargato al Medio Oriente, fino all'Asia Centrale, all'India, al Sud-Est Asiatico e alla Cina. Ma quando il Commissariato ha chiesto alla professoressa Lucia Tajoli, Ordinaria di Economia Internazionale alla School of Management del Politecnico di Milano e al professor Lucio Lamberti, associato di Marketing alla School of Management del Politecnico di Milano, una ricerca sugli impatti economici potenziali della partecipazione nessuno avrebbe potuto prevedere l'arrivo di un'epidemia globale. Oggi, a otto mesi dall'inaugurazione dei padiglioni, bisogna fare i conti con l'effetto Coronavirus e trovare una strategia che trasformi un'emergenza in una grande opportunità.
Al Politecnico avevano calcolato le ricadute per l'economia italiana dalla partecipazione a questo mega evento, stimandole in circa 2 miliardi, ricorda il professor Lamberti. Questo grazie al "potenziamento dell'export nell'area Medioriente, Nord Africa e Sud Asia; incremento dell'attività relativa a progetti infrastrutturali o all'attrazione di capitali verso le nostre piccole medie imprese da parte di investitori di quell'area del mondo o in una prospettiva più ampia relativamente a progetti di tipo Belt and Road Initiative; e in terzo luogo l'indotto turistico che deriverebbe da una opportuna promozione delle bellezze e del territorio e delle caratteristiche delle qualità del nostro paese presso i pubblici di riferimento di Expo Dubai 2020", aggiunge Lamberti che dopo gli ultimi sviluppi traccia alcuni scenari. "Immaginiamoci che per il 20 di ottobre 2020, data di inaugurazione di Dubai 2020 ci troveremo in una situazione in cui l'emergenza coronavirus sarà rientrata: una Cina fiaccata e indebolita vorrà riprendere in fretta quelle posizioni perse con il rallentamento dell'economia. Ci immaginiamo una sua partecipazione con ancora maggiore forza propulsiva e quindi ancora più opportunità, soprattutto legate al tema dei progetti trilaterali in ambito Belt and Road Initiative nell'area". Un altro scenario prevede un'emergenza coronavirus ancora in corso.
"Ecco allora che Dubai diventerà un'occasione pressochè unica - spiega Lamberti - di cercare di recuperare le posizioni perdute a causa delle turbolenze da epidemia. Il sistema Italia deve cercare di valorizzare, con un intervento ancora più forte, gli impatti e le ricadute economiche positive per il nostro Paese di questo evento". A conferma dell'attenzione crescente verso l'Esposizione Universale di Dubai, dal Commissariato fanno sapere che anche dopo la chiusura dei termini dell'ultima call per le sponsorizzazioni del Padiglione Italia lo scorso 7 febbraio, sono continuate a pervenire numerose richieste e manifestazioni di interesse da parte di aziende italiane. Questo a testimonianza di uno spostamento dell'asse delle attività di comunicazione, marketing e promozione, inclusa per esempio il lancio di nuovi prodotti, verso altre aree del mondo a partire proprio dagli Emirati Arabi.
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