(ANSA) - VENEZIA, 01 AGO - Quattro micro imprese su 10, poco
meno di 1,7 milioni di attività, rischiano la chiusura a causa
della crisi economica provocata dall'emergenza Covid. Lo rileva
la Cgia sulla base dei risultati Istat sull'andamento
dell'economia italiana. "I settori più vulnerabili - spiega
Paolo Zabeo - sono stati i bar, i ristoranti, le attività
ricettive, il piccolo commercio, il comparto della cultura e
dell'intrattenimento. Nel produttivo le difficoltà sono state
specie nel settore del mobile, del legno, della carta e della
stampa, del tessile, abbigliamento e le calzature. Una
situazione ritenuta irreversibile che sta inducendo tanti
piccoli imprenditori a lasciare". La Cgia chiede che con il
decreto di agosto le micro realtà commerciali e produttive più
fragili all'emergenza Covid siano aiutate a rimanere in vita,
per esempio, con una ulteriore e più robusta erogazione di
contributi a fondo perduto; e con la cancellazione delle
scadenze fiscali erariali, almeno sino a fine 2020. Le
previsioni, purtroppo non lasciano presagire nulla di buono.La
Cgia ricorda che nel 2009 il Pil era sceso del 5,5%, mentre il
tasso di disoccupazione nel giro di 2 anni è salito dal 6 al
12%. Con un Pil che nelle più rosee previsioni quest'anno
dovrebbe calare del 10%, quasi il doppio della contrazione
registrata nel 2009, il pericolo che il numero dei disoccupati
aumenti esponenzialmente è molto alto. (ANSA).
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