L'attuale crisi sanitaria ed economica legata alla pandemia potrebbe influire negativamente, oltre che sul numero decessi, anche sulla natalità. "È, infatti, legittimo ipotizzare che il clima di paura e incertezza e le crescenti difficoltà di natura materiale (legate a occupazione e reddito) generate dai recenti avvenimenti orienteranno negativamente le scelte di fecondità delle coppie italiane".
La crisi ha interessato di più il Mezzogiorno e i giovani, "ma questa volta sono state soprattutto le donne - maggiormente impiegate nei servizi (il settore più colpito con 809 mila occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019) e in lavori precari - a subire gli effetti maggiori: nel secondo trimestre del 2020 si contano 470 mila occupate in meno rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente (323 mila in meno tra quelle con contratto a tempo determinato) e il tasso di occupazione femminile 15-64 anni si attesta al 48,4%, contro il 66,6% di quello maschile, collocandoci al penultimo posto della graduatoria europea, appena sopra la Grecia", ha proseguito il presidente dell'Istat. I dati sull'occupazione femminile in Italia "permangono preoccupanti nonostante il livello di istruzione femminile sia sensibilmente maggiore di quello maschile", ha concluso.
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Istat, le donne tra le più colpite dalla crisi, disoccupazione preoccupa