Banca Centrale Europea "preoccupata" per la lentezza con cui i Paesi procedono sul Recovery Fund. Gli ultimi verbali, relativi alla riunione di gennaio, fanno infatti emergere tutti i timori della Bce sull'attuazione del piano.
"Nonostante i leader europei abbiano deciso di fornire il più ampio pacchetto di sostegno mai finanziato dal bilancio dell'Ue", ossia il Recovery Fund, "i progressi nell'attuazione sono lenti e impegnativi", afferma Francoforte, sottolineando che il Next Generation Eu deve diventare operativo "senza indugio". Per cui la Bce sollecita gli Stati membri ad "accelerare il processo di ratifica e a finalizzare prontamente i piani di ripresa e resilienza". Ma non solo. Dai piani alti di Francoforte viene anche tracciato un sentiero su come spendere questa montagna di denaro. "I fondi del Recovery devono essere impiegati per una spesa pubblica produttiva e accompagnati da politiche strutturali a favore della produttività" perché tutto ciò "permetterebbe al programma Next Generation Eu di contribuire ad una ripresa più rapida, più forte e omogenea e aumenterebbe la resilienza economica e il potenziale di crescita dei Paesi", viene specificato nei verbali.
Il neo premier Mario Draghi, che per otto anni come presidente della stessa Bce ha bacchettato i Paesi affinché facessero le riforme, ha chiamato i tecnici per completare il lavoro iniziato dal governo Conte sul Recovery, sotto la regia unica del Ministero dell'Economia e delle Finanze. E l'obiettivo, come sollecita Francoforte, è proprio fare in fretta, quindi incassare il nuovo parere del Parlamento, avere un nuovo testo entro metà marzo e riprendere la negoziazione informale con la Ue per consegnare il piano ufficiale ad aprile.
Il vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis,ha reso noto che ci sono stati "già scambi intensi e costruttivi con le autorità italiane" sul piano ma "occorre lavorare ancora", tuttavia Dombrovskis si è detto "assolutamente convinto che il nuovo governo riuscirà in maniera brillante a completare le misure".