Per una 'non-dipendenza' europea e italiana "dobbiamo ambire all'eccellenza tecnologica, ma anche ad una eccellenza normativa, per policy e allocazione di risorse", avverte il ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, partecipando alla presentazione di un rapporto del Centro Economia Digitale su 'la sfida della sovranità tecnologica: una strategia per l'Italia e l'Europa'. "Ce la faremo, possiamo essere ottimisti? Sono ottimista di natura: sì, ce la faremo, ci sono buone condizioni di investimento. Ma dobbiamo aggiungere un'altra ambizione, dobbiamo permettere più sperimentazione, liberare spazi giuridico-regolatori, un po' come cambiare occhiali per guardare al futuro con gli occhiali el futuro e non gli occhiali del passato": Per l'Europa la sfida è con i 'giganti' Usa e Cina. E' "un gigante gentile, ma anche un po' sonnolento. Dobbiamo recuperare", avverte il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari Europei, Vincenzo Amendola: "E' un lungo cammino perchè partiamo in ritardo". "Questo gigante gentile deve rialzarsi, investire come stiamo facendo. Usiamo risorse, e questa volta anche bond, per finanziare questa strategia".
Quello di una "autonomia strategica" è "l'obiettivo più largo che dobbiamo avere", dice Vittorio Colao. Bisogna puntare su tre pilastri: "Una sovranità europea comune e condivisa, per ovvi motivi di dimensioni". Poi "deve estrinsecarsi in una capacità di collaborazione italiana con progetti e persone di eccellenza": non dei "campioni nazionali", ma "atleti di livello internazionale". E serve "una capacità di negoziare e di fare partnership al di fuori della Commissione europea". Per una "modernizzazione degli stati europei e semplificazione dell'ambiente innovativo" si lavora anche sul fronte del Pnrr: Colao sottolinea la "grossa spinta a connettività e reti" per "guardare alle tecnologie di domani e non continuare a guardare solo a tecnologie di ieri". Poi sul fronte della "competenze", e su quello del "sostegno, degli incentivi anche fiscali". Per l'a.d. di Open Fiber, Elisabetta Ripa: "Abbiamo tutti i requisiti" per avere successo su questa strada: "Dobbiamo ora dare un colpo di reni per accelerare". Ed un punto nodale, avverte, è la necessità di "riforme per le realizzazioni delle infrastrutture ma che devono poi essere implementate. Abbiamo ottenuto importanti semplificazioni - dice - ma on siamo ancora riusciti a vederle implementate sul territorio". Per l'a.d. di Tim, Luigi Gubitosi, i rischi sul fronte della sovranità digitale non dipendono "solo dal patrimonio tecnologico di un determinato Paese ma da quanto questa tecnologia sia concentrata in pochi paesi ed in particolari contesti geopolitici". Ma, anche per i Paesi che dovessero non raggiungere una propria autonomia, "non ci so o particolari criticità" se il patrimonio tecnologico è "diffuso in vari paesi" e se c'è una "diffusione di aperture delle tecnologie che permettono di rompere gli schemi di singoli produttori ". Gubitosi sottolinea anche gli aspetti legati alla tutela dei dati: "Il presupposto iniziale deve essere tutelare la sfera privata , i dati trasmessi tramite le reti digitali".
Sul tema della sovranità e indipendenza tecnologia serve una visione "di prospettiva lunga" per una politica che è invece "normalmente presa dagli affari quotidiani". Ed anche sullo trumento del golden power, che "nel corso degli ultimi anni si è molto in qualche modo allargato", e che "in settore delicatissimi" richiede per il Governo "decisioni estremamente impegnative" serve - dice il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che "sia a livello nazionale sia a livello europeo", con tutta la regolamentazione relativa alla protezione" da investimenti predatori "la riflessione è aperta ed è una riflessione stretta tra le esigenze sacrosante della libertà di impresa e della diffusione delle tecnologie e dell'innovazione rispetto a quella della preservazione di valori connessi alla sovranità". Intervenendo alla presentazione di un rapporto del Centro Economia Digitale su 'la sfida della sovranità tecnologica: una strategia per l'Italia e l'Europa', Il ministro si è soffermato in particolare della politica "che è chiamata a definire la strategia, ad avere una visione", ma "purtroppo è una politica di affanno, di rincorsa dei problemi, di emergenza". "Serve una regolamentazione costruita per un mondo che non c'è più: dobbiamo interrogarci a livello europeo ma anche italiano".
Giorgetti sottolinea con un accenno alla diversa vicenda di Alitalia l'importanza di regole omogenee per i player europei: "Oggi al ministero sono assediato da lavoratori Alitalia che contestano che ciò che è concesso a Lufthansa ed Airfrance non è concesso in Italia". Dal ministro un cenno anche alla strategicità di settori come quello della Difesa. Ne ha parlato anche l'a.d. di Leonardo, Alessandro Profumo: "Avere la disponibilità di beni e tecnologie connesse alla difesa è assolutamente necessario, bisogna avere la capacità di presidiare queste tecnologie in modo strutturato", sottolinea. E serve una "fortissima interrelazione tra decisori politici e industria, serve grande chiarezza degli obiettivi da realizzare e questo può dirlo solo la politica ma anche grandi capacità di verifica a livello industriale". La dimensione europea è "estremamente rilevante", dice ancora Profumo, che evidenzia il difficile equilibrio tra "il concetto di interdipendenza e quello di dipendenza indipendenza. Sembra un ossimoro ma non lo è: bisogna avere chiarezza strategica su quali sono le tecnologie che vogliamo presidiare, concentrarsi su quali sono le capacità che vogliamo tutelare nel nostro paese. Se non facciamo scelte chiare sulle tecnologie su cui vogliamo investire per avere sviluppo economico, crescita e equita, avremo dei problemi. Credo sia un tema assolutamente fondamentale".
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