Economia

Industria matrimoni al palo, crolla il wedding tourism -90%

Jfc, ripresa nella primavera 2022 ma per alcuni anche più in là

Redazione Ansa

Il grido di allarme lanciato qualche giorno fa dal wedding and fashion designer Enzo Miccio viene confermato da una ricerca di Jfc che l'ANSA pubblica in anteprima: oltre al turismo la pandemia ha messo in ginocchio la prolifica "industria" legata al settore matrimoni e ha totalmente massacrato il Wedding Tourism che prima della pandemia faceva registrare numeri da sballo (nel 2019 1 milione 783 mila presenze generate dall'organizzazione di 9.018 matrimoni di stranieri in Italia, per complessivi 486 milioni di euro di fatturato). Toscana, Costiera amalfitana ma anche Puglia, Lago di Como e ovviamente Venezia hanno stregato anche moltissimi vip stranier,i da George Clooney e Amal Alamuddin a Tom Cruise e Katie Holmes, da Justin Timberlake e Jessica Biel a Kanye West e Kim Kardashian. "Considerando che i mercati Usa e Gran Bretagna - afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e direttore dell'Osservatorio Italiano Destination Wedding Tourism - rappresentavano in epoca pre-pandemia ben il 39,6% del valore del wedding tourism, è interessante focalizzare l'attenzione su come si stanno comportando proprio questi mercati. Dalla rilevazione emerge che i wedding specialists operanti in questi due mercati hanno perso, nel 2020, il 69,7% degli eventi e il 78,9% di fatturato. Tuttavia rimane elevato l'interesse per l'Italia come destination wedding, in quanto oggi il 59,2% dei wedding specialists di questi due mercati anglofoni dichiara di avere molta richiesta per l'Italia, purtroppo al momento impossibile da soddisfare". La ripresa non è dietro l'orizzonte: per il 45,2% degli operatori non sarà prima della primavera 2022, ma c'è anche un 35,5% che prevede il ritorno in Italia in data successiva.

Feruzzi continua: "Questi dati, provenienti dai due principali mercati generatori di flussi di Wedding Tourism, fanno comprendere il perché del tracollo del settore in Italia: nel 2020 ha purtroppo segnato un -87,3% di presenze ed un ancor più significativo -92,7% di fatturato rispetto ai dati dell'anno precedente, assestandosi pertanto a 35,5 milioni di fatturato generati da 226 mila presenze (rispetto agli oltre 486 milioni di fatturato e 1 milione 783 mila presenze del 2019)".
   

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