Slittato di qualche ora, a quanto si apprende, la riunione del Consiglio dei ministri sul Piano nazionale di ripresa e resilienza prevista per le 10. I ministri sono stati avvertiti dello slittamento, ma ad ora non c'è un nuovo orario di convocazione.
Intanto, secondo quanto confermano fonti di governo, non ci sarà nel Piano nazionale di ripresa e resilienza la proroga del Superbonus al 2023. Non sono previste, spiegano, variazioni rispetto alle bozze, ma l'impegno politico - con i partiti come M5s e Fi che invocano la proroga - dovrebbe essere quello di fare una valutazione sulla misura e sulla sua eventuale estensione a settembre, quando ci saranno più dati a disposizione, nell'ambito della discussione della prossima legge di bilancio.
"La transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle - ha scritto su Fb Giuseppe Conte -. È un'occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica. In quest'ottica, il superbonus 110% è una misura fondamentale. La presenza del superbonus nel Pnrr è quindi essenziale. Non possiamo permetterci di creare incertezza sul futuro di questa misura. "La misura del superbonus va prorogata fino al 2023 e, anzi, è necessario intervenire per renderla ancora più semplificata. Occorrono segnali politici forti e chiari".
Il ministro Maria Stella Gelmini ha sentito il ministro dell'Economia Daniele Franco, chiedendo, a nome di Forza Italia, chiarimenti sul Superbonus, apprende l'ANSA da fonti azzurre. I circa 18,5 mld stanziati dal Pnrr finanzierebbero, infatti, il 110% solo fino a fine 2022. Il ministro dell'Economia, nell'ambito della discussione sul Recovery fund, ha dato garanzia - affermano le stesse fonti - che per il 2023 le risorse saranno indicate dalla prossima legge di bilancio.
"La certezza del diritto, la massima semplicità possibile e la stabilità, almeno fino al 2023, delle misure messe in campo sono fondamentali per consentire di sviluppare adeguati programmi di investimento in questa materia che è intrinsecamente complessa". Così in una nota il presidente dell'Abi Antonio Patuelli e il dg Giovanni Sabatini, chiedendo alle Istituzioni italiane che nelle misure di attuazione del Recovery Plan siano contemplate fino al 2023 le misure relative al potenziamento al 110% per l'ecobonus e il sismabonus che rappresentano un "determinante incentivo alla ripresa di importanti filiere della nostra economia".
Su Fb Giorgia Meloni scrive che "FdI chiede ufficialmente il rinvio del dibattito parlamentare ai Presidenti delle Camere: tutto ciò è letteralmente inaudito e mi auguro che gli altri partiti facciano sentire la loro voce. Anche l'indecenza ha un limite" ricordando che "lunedì, il presidente Draghi illustrerà al Parlamento il Recovery Plan". "Mancano meno di 48 ore dalle sedute parlamentari e il Recovery Plan non è stato ancora nemmeno pubblicato. In Italia, ormai, la democrazia è sospesa anche grazie all'ampia maggioranza che sostiene il Governo, che su un tema così importante ha deciso di rinunciare ad esercitare il suo ruolo".
"Il recovery plan del Governo è migliore rispetto a quello di Conte che ci ha fatto fare una figuraccia a Bruxelles. Grazie a noi è migliorato. Aspettiamo il testo definitivo, ma credo ci siano correttivi da apportare riguardo la politica industriale e la rigenerazione urbana. I fondi destinati al Sud non devono essere inferiori al 40%", ha detto Antonio Tajani, coordinatore di FI, a Rai Parlamento. "I comuni devono avere meno burocrazia" ha spiegato, aggiungendo che "detrazioni per l'edilizia e super bonus sono importanti per un settore fondamentale per l'economia". "Sono punti necessari all'interno dell'azione del Recovery".
L'impegno di Draghi è 'consegnare alle prossime generazioni un Paese più moderno'. Nella bozza di 318 pagine sono tratteggiate sei missioni, quattro grandi riforme, tre priorità trasversali di sostegno a giovani, donne, Sud. Previste 30 grandi infrastrutture di ricerca e uno di eccellenza per le epidemie. La stima del suo impatto sul Pil "sarà nel 2026 di almeno 3,6% più alto". Stop a quota 100, 228mila nuovi posti per gli asili, accesso snello, semplificazione e digitale per la P.A, la laurea varrà già come esame di Stato. Più gare nei servizi pubblici, 25 miliardi per i treni veloci. Non è prevista la proroga del Superbonus fino al 2023. La supervisione politica del piano sarà a Palazzo Chigi.
Ma è forse il più complicato, l'ultimo miglio che il premier deve percorrere prima dell'invio del piano all'Europa, il 30 aprile. Perché i partiti hanno le armi affilate, la discussione promette di essere puntigliosa in Consiglio dei ministri. Il Cdm che era previsto in giornata, slitta alle 10 di sabato: nessuna ragione politica, spiegano da Palazzo Chigi, ma la necessità di completare le rifiniture del piano. Intanto però la bozza del Pnrr inizia a circolare e far emergere, agli occhi, dei partiti della maggioranza, alcune criticità. Su tutte c'è la mancata proroga al 2023 del Superbonus caro al M5s, ma chiesto anche da Confindustria. Ma dalla Rete unica alle pensioni (con la fine di quota 100), fino alla composizione della cabina di regia, la vigilia del Cdm vede ancora alcuni nodi sul tavolo. La bozza prevede che il 40% delle risorse vadano al Sud, il 38% a progetti "Verdi" e il 25% a progetti digitali. Il piano è composto da 6 missioni e 4 riforme della Pubblica amministrazione, della giustizia, per la concorrenza e le semplificazioni. Dopo l'invio del piano in Europa il governo si appresta a varare tre decreti e leggi delega come quella prevista a luglio per la concorrenza. Un decreto servirà a snellire le norme (con la nascita di un apposito ufficio a Palazzo Chigi), con misure come una speciale "VIA statale" per rendere più rapide le autorizzazioni del Pnrr. Il secondo decreto servirà per le assunzioni nella P.a. che rafforzeranno l'attuazione del Recovery. E il terzo per definire la governance del piano: la cabina di regia a Palazzo Chigi (con rafforzamento degli uffici della presidenza del Consiglio) dovrebbe coinvolgere le amministrazioni coinvolte, gli enti locali, le parti sociali.
Recovery plan, il programma da 221,5 miliardi per far ripartire l'Italia
Il grosso del piano è definito e difficilmente cambierà. Ci sono - tra le numerose misure - 6,7 miliardi per le rinnovabili, internet veloce a 8 milioni di famiglie e 9mila scuole, 25 miliardi per la rete ferroviaria veloce, 228mila nuovi posti negli asili. Ma ci sono anche alcuni temi politicamente sensibili . Sparisce dal piano (ma resta finanziato e dunque per ora in vigore) il cashback. A fine 2021 scadrà anche quota 100, cara alla Lega, e sarà sostituita da misure pensionistiche per chi svolga lavori usuranti. Non c'è la proroga al 2023 per il Superbonus: l'agevolazione al 110% per le ristrutturazioni edilizie viene confermata com'è oggi, fino al 2022, i fondi non crescono.
Scontro nella maggioranza - "Il super bonus è una misura importante. Per noi indispensabile con adeguati finanziamenti". E' la dura reazione di FI alla notizia della mancanza, nella bozza del Pnrr, della proroga del Superbonus fino al 2023. Questa proroga - fanno sapere fonti azzurre - era tra le proposte vincolanti fatte da Fi al governo nel piano presentato nei giorni scorsi. "Avevamo chiesto la proroga di un anno - prosegue Fi - con adeguati finanziamenti ed estensione ad altre tipologie di edifici, strutture recettive turistiche e non solo, addirittura per patrimonio immobiliare di fondi". "Il superbonus al 110% è una misura creata dal Movimento, la sua proroga è indispensabile e imprescindibile per la transizione ecologica. Si ricorda che proprio la transizione ecologica è la matrice che ha fatto nascere questo governo". Lo sottolineano fonti del M5S.
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