Economia

Brunetta: 'Un mese e arriva il contratto di lavoro da remoto'

'Parte la normativa, pacchetto parallelo al lavoro in presenza'

Redazione Ansa

 "Un mese, e il contratto è fatto". Così il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta parla - al festival dell'Innovazione, organizzato da 'Il Foglio' - dell'arrivo del contratto sul lavoro da remoto, facendo presente che si tratterà della "parte normativa", e sarà un "pacchetto parallelo" a quello del lavoro in presenza. 

 "Stiamo vivendo un momento magico. Stiamo crescendo al 6%, e forse vi do' piccola notizia: anche di più; se strategia del green pass funziona e se questa onda, come dice il presidente Draghi, significa riaprire, noi viaggiamo verso il 7%", ha aggiunto Brunetta.  "E' una congiuntura astrale strepitosa - osserva Brunetta - questa cosa però non può essere fiammata, deve essere strutturale. Io ho questo numero in testa 7 anni, che guarda caso è anche la durata del mandato del presidente della Repubblica". 

"Dovremmo avere un rimpiazzo fisiologico del turn over nella Pa" compreso tra "i 100 e i 110mila posti all'anno. Con il Pnrr" avremo "un numero di concorsi rilevante per i prossimi 5 anni", ha detto ancora il ministro, parlando dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza; facendo poi presente: avremo così tanti "bandi" e una tale "domanda di lavoro" che avremo "il problema opposto", e cioè quello di "trovare i lavoratori". 

E sulla sulla regolamentazione dello smartworking, è intervenuto anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: "Serve un accordo quadro nazionale sul lavoro da remoto, per questo convocherò le parti sociali per riaprire il discorso perché la contrattazione individuale non può rispondere a fenomeni che si sono sviluppati in questi mesi. Serve una legge che interessi la casa come luogo di lavoro, la responsabilità dei dati e della loro perdita, fornisca criteri in cui attivare questo tipo di percorso e dica come si costituisce una dotazione che sia sicura evitando quindi l'utilizzo del cellulare del figlio per motivi di lavoro, per fare un esempio".  


   

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