"Grazie al robusto rimbalzo del terzo trimestre e ai dati migliorati per il primo, il 2021 potrebbe chiudersi con un Pil italiano a +6,3/6,4%, più di quanto previsto in ottobre". Così il Centro Studi di Confindustria nella sua congiuntura flash di novembre, spiegando che "si tornerebbe al livello pre-Covid nel primo trimestre 2022, risultato non scontato visti i mancati recuperi nelle crisi precedenti".
Il caro energia "penalizza" imprese e famiglie italiane. Lo sottolinea il Centro Studi di Confindustria, spiegando che petrolio e gas naturale "contano molto" anche per il bilancio delle famiglie italiane, come mostrano i pesi dei beni energetici nel paniere dei consumi, quello in base al quale si calcola l'inflazione: elettricità e gas per l'abitazione arrivano al 4,5%, i carburanti per i trasporti al 3,8%. "Dunque, l'energia conta per l'8,3% del paniere dei consumi", evidenzia il Csc. Per valutare l'impatto del caro-energia, va considerata anche "l'elevata dipendenza dall'estero del nostro paese riguardo alle fonti fossili", spiega ancora la nota del Csc. Infatti, pur essendo l'Italia un produttore non trascurabile di petrolio e gas, "risulta importato l'89% del petrolio, il 94% del gas, il 100% del carbone".
Pil: Csc, nel 2021 forte rimbalzo, verso +6,3/6,4%
I consumi trainano, frena l'export di beni