Venticinquemila km di coste invece di settemilacinquecento, oltre centocinquantamila concessioni invece di trentamila. Il Governo ha esteso la riforma delle concessioni balneari anche a laghi e fiumi, con la legge del 13 ottobre 2020 n.
"Non si comprende - dice il presidente di Federbalneari Italia Marco Maurelli - come sia possibile inserire una realtà vasta e complessa come quella che riguarda fiumi e laghi all'interno del processo di riforma e dimenticarsi completamente di considerare i numeri che porta con sé. Sono cifre enormi, che triplicano e più i km e moltiplicano il conteggio totale delle concessioni da prendere in considerazione nell'analisi quantitativa che è stata posta dal Governo a fondamento della riforma stessa. Questa assurda lacuna - continua Maurelli - apre scenari importanti e compatibili con il negoziato in Commissione Ue sulla revisione giuridica del settore, con impatti sulla imminente riforma del settore piuttosto significativi".
Federbalneari Italia auspica che questo percorso sia corretto e recepito subito dal Governo Draghi per dare certezze e fornire quel quadro regolatorio che manca alle imprese del mare, dei laghi e dei fiumi italiani, che meritano il superamento dell'incertezza, condizione indispensabile per avere la stabilità economica e l'opportunità di continuare a competere con il resto dei Paesi Ue nel comparto turismo.
"Anche le Regioni - prosegue Maurelli -hanno ben compreso la portata della situazione e, come hanno ribadito con una nota formale, restano in attesa della proposta di riforma e di tutela, nel solco della sostenibilità ambientale, delle concessionarie, che il Governo deve varare di concerto con tutti i soggetti coinvolti, comprese le Associazioni di categoria e le pmi che promuovono il turismo sulle coste italiane".
"Ora ci aspettiamo - conclude Maurelli - che tali riflessioni sul demanio marittimo, lacuale e fluviale, poste nel corso della riunione del tavolo tecnico all'attenzione del ministro Garavaglia, vengano valutate con attenzione dal premier e il Governo dimostri un impegno concreto per la tutela del modello turistico italiano, così esclusivo in Ue, invitando tutte le Istituzioni europee e italiane a fare altrettanto. In gioco c'è la sopravvivenza stessa del comparto".