L'agenzia di rating Standard & Poor's ha tagliato il giudizio sul merito di credito del debito russo in valuta estera da Cc/c a Sd/Sd, portandolo a livello di 'default selettivo', una tacca sopra alla 'D' di 'default' (insolvenza). Lo si legge in una nota in cui viene indicato che il taglio segue la decisione di Mosca dello scorso 4 aprile di effettuare in rubli i pagamenti di cedole e capitale sugli Eurobond denominati in dollari.
L'Agenzia di rating al momento non prevede che gli investitori siano in grado di convertire in dollari il pagamento effettuato in rubli, o che il Governo di Mosca li converta in valuta estera "entro un periodo di grazia di 30 giorni". Una circostanza dovuta anche all'atteso rafforzamento delle sanzioni contro la Russia nelle prossime settimane, che "ostacolerà la volontà e la capacità tecnica del Paese di onorare i termini e le condizioni degli obblighi verso i debitori stranieri".
Al momento S&P non è in grado di sapere se i fondi trasferiti dal governo russo per i pagamenti del debito sulle obbligazioni in valuta locale (Ofz) ai conti nazionali russi possano non essere accessibili per alcuni o per tutti gli obbligazionisti non residenti, dunque non ha informazioni definitive sul processo di pagamento. Da qui la decisione di "abbassare il rating 'unsolicited' (non sollecitato, ndr) solo per il debito in valuta estera, mentre restano a livello Cc/c i giudizi non sollecitati per gli emittenti in valuta locale, che sono però in fase di revisione (CreditWatch) con implicazioni negative.
S&P ricorda inoltre di aver proceduto con il ritiro dei i propri rating non sollecitati sulla Russia, a seguito della decisione Ue del 15 marzo di vietare la fornitura di rating a persone giuridiche, entità o organismi stabiliti nel Paese, per rispettare la scadenza del prossimo 15 aprile fissata dall'Ue.
S&P, debito russo in valuta in 'default selettivo'
Dopo il pagamento in rubli di cedole e capitale di Eurobond