La Russia si trova costretta a lottare nuovamente contro il tempo per evitare il default verso cui gli Stati Uniti stanno cercando di spingerla. Ieri sono scaduti i termini per il pagamento di circa 100 milioni di dollari di interessi su due Eurobond, uno denominato in dollari e uno in euro in scadenza nel 2026 e nel 2036. Il National Settlement Depository di Mosca, l'organismo che interviene nel regolamento dei pagamenti, ha dichiarato di aver ricevuto la provvista da Mosca e l'addebito degli interessi sul suo conto. Ma il mancato rinnovo dell'esenzione concessa dagli Usa alle sue banche e ai suoi investitori per processare e ricevere i pagamenti russi solleva molti dubbi sulla possibilità che i soldi possano arrivare sui conti correnti dei bondholder. Ancora ieri sera il ministro delle Finanze russo, Anton Siluanov ha ribadito come Mosca sia al lavoro per mettere a punto un meccanismo che le consenta di pagare in rubli, da convertire poi nella valuta di regolamento delle obbligazioni.
Un problema, ha sottolineato, che non si pone per gli eurobond denominati in euro, non avendo l'Ue adottato restrizioni analoghe a quelle messe in campo dall'Office of foreign assets control (Ofac) americano. Scadute le cedole Mosca ha un periodo di grazia di 30 giorni per pagare ed evitare il suo primo default dalla rivoluzione dei bolscevichi, uno smacco a livello di immagine e un problema per il futuro rifinanziamento del debito. La Russia, che potrebbe contestare il default alla luce della sua manifesta volontà di pagare, ha in circolazione circa 20 miliardi di dollari di bond in valuta estera su cui, solo quest'anno, deve pagare un miliardo di dollari di interessi.
"Di solito il default sul debito sovrano è legato all'incapacità di un governo di pagare a causa della mancanza di fondi disponibili. In questo caso la Russia è in grado e disponibile a pagare ma nonostante questo potrebbe essere dichiarata in default a causa dell'impossibilità degli investitori di ricevere i pagamenti o delle banche di processarli", ha commentato a Bloomberg Darshak Dholakia, partner dello studio legale Dechert.
"Continueremo a pagare il debito, in rubli se necessario", e la Russia farà di tutto per dimostrarsi "un debitore affidabile anche in queste condizioni" agli occhi degli investitori, ha detto Siluanov secondo cui sono "i Paesi occidentali" che "stanno facendo default su loro stessi" e "questo non ha senso". Intanto i credit default swap, le assicurazioni sui bond, continuano a segnare brutto tempo su Mosca, con una probabilità di default entro un anno dell'87%.