Economia

Intesa: Italia penultima in Ue per donne che lavorano

Il Covid ha ampliato il gap, nel '21 tasso di attività femminile al 55,4%

Commessa in una panetteria

Redazione Ansa

La pandemia ha ampliato il ritardo dell'Italia nella partecipazione femminile al mondo del lavoro. Nel 2021 il tasso di attività femminile (quota percentuale attiva sul totale della popolazione) si è attestato al 55,4%, contro il 68,5% della media europea, al penultimo posto della classifica con un valore superiore solo alla Romania.

E' quanto mette in evidenza l'analisi 'Le sfide dello scenario economico: innovazione e capitale umano', della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, presentanto durante l'incontro di oggi, lunedì 13 giugno, alle ore 17 - in diretta streaming sul sito di Intesa Sanpaolo e ANSA.IT - e dedicato alle Pmi vincitrici e finaliste del premio Women Value Company Intesa Sanpaolo.

Dall'indagine condotta tra marzo e aprile su circa 600 imprese, emerge una maggiore resilienza durante la pandemia da parte delle imprese candidate al premio, grazie anche a un capitale umano più qualificato e alla propensione a investire in innovazione. Il 66% ha segnato una crescita del fatturato e una marginalità superiore alla mediana del settore e classe dimensionale di appartenenza.

"Nonostante la guerra in Ucraina abbia ulteriormente aumentato l'incertezza e peggiorato le attese sull'andamento della domanda - segnala lo studio - le imprese del campione con profili più evoluti in termini di attenzione all'inclusione e all'innovazione mostrano prospettive di crescita migliori". Nel 62% dei casi hanno attese migliori per l'anno in corso sull'andamento del fatturato. "Capitale umano e innovazione si confermano le leve principali per affrontare l'attuale contesto competitivo e superare le difficoltà, in particolare, in termini di gestione dei prezzi delle materie prime, ritardi negli approvvigionamenti e costi di trasporto e indisponibilità delle materie prime e semilavorati".

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